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Carpi, un odg del Sindaco sul fotovoltaico

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E’ stato depositato nella giornata di sabato 12 marzo all’Ufficio protocollo del Comune di Carpi un ordine del giorno a firma del Sindaco Enrico Campedelli, che denuncia come il decreto “sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili” “in realtà sia la pietra tombale di questo settore. A Carpi – spiega Campedelli – sono a rischio diverse decine di posti di lavoro e qualche milione di euro di investimenti già programmati tra pubblico e privato”.

Di seguito il testo dell’ordine del giorno, che chiede l’attuazione della direttiva 2009/28/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili

Premesso che:

il Governo il 3 marzo scorso ha approvato in via definitiva lo schema di decreto legislativo in attuazione della direttiva 2009/28/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili;

tale decreto avrebbe dovuto riformare gli incentivi in modo da rendere raggiungibili gli obiettivi europei che per il nostro Paese prevedono il raggiungimento del 17% di fonti rinnovabili sul consumo energetico finale al 2020 e che sono stati recepiti dal Piano di Azione Nazionale che il nostro Governo ha inviato a Bruxelles;

tale obiettivo va ovviamente perseguito garantendo procedure certe e trasparenti per contrastare speculazioni e illegalità, puntando ad una progressiva riduzione degli incentivi fino al raggiungimento della grid parity;

nella versione approvata non vengono tenute in considerazione numerosissime condizioni poste nei parere resi all’unanimità dalle Commissioni competenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica;

in particolare il Governo non ha ritenuto di aderire alla richiesta di elevare la soglia di potenza (prevista a 5 MW) oltre alla quale si prevede l’introduzione di un sistema di aste al ribasso considerato da quasi tutti gli operatori del settore farraginoso, poco comprensibile e che non è stato adottato con successo in nessun Paese, causando in concreto l’interruzione di ogni possibile programmazione da parte degli operatori su impianti eolici in particolare;

al fine di impedire l’utilizzo improprio di territorio agricolo a fini energetici si è voluto porre mano agli incentivi previsti per il fotovoltaico in aree agricole; ma nella modifica approvata non si sono adeguatamente fatti salvi gli investimenti già in essere e le percentuali di occupazione del terreno previste risultano poco chiare e renderebbero in pratica impossibile la realizzazione di impianti anche in quelle aree agricole marginali e non più utilizzate e per cui non sarebbe necessaria alcuna tutela particolare oltre a quelle già previste dalle ordinarie procedure di VIA;

l’anticipazione al 31 maggio 2011 della scadenza, inizialmente prevista al 31 dicembre 2013, del secondo conto energia sul fotovoltaico, rimandando a un decreto del Ministero dello Sviluppo Economico da emanarsi di concerto con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare entro il 30 aprile, getta nella totale incertezza un intero settore e ha già bloccato tutti gli investimenti in essere;

in generale l’approvazione del decreto ha suscitato un diffuso ed elevatissimo allarme in tutte le associazioni di imprenditori del settore delle rinnovabili (tra cui Anev, Aper, Anie, Gifi, Assosolare, Assoenergie Future) e nella stragrande maggioranza delle imprese tanto che nelle ore immediatamente precedenti l’approvazione del decreto, il governo ha ricevuto oltre 14mila mail di protesta;

il settore delle rinnovabili in questo periodo di crisi economica è stato tra i pochi che, in controtendenza, ha aumentato l’occupazione;

secondo le stime di Asso Energie Future sono circa 120.000 coloro che direttamente o indirettamente sono occupati nel settore del fotovoltaico;

Gifi, Anie, associata a Confindustria, ha denunciato che sono a rischio 40 miliardi di euro di investimenti programmati nei prossimi mesi nel fotovoltaico e che per almeno 10.000 persone si dovrà far ricorso immediato alla cassa integrazione;

sul nostro territorio fonti legate alle associazioni di impresa denunciano il blocco il decine di milioni di euro di investimenti sul settore e il conseguentemente rischio della messa in cassa integrazione di diverse decine di dipendenti;

il sistema bancario ha già annunciato la sospensione dei finanziamenti previsti;

sono stati talvolta diffusi dati sugli oneri in bolletta dovuti agli incentivi alle rinnovabili imprecisi e confusi: ma mentre dal 1992 ad oggi, grazie anche al CIP6, sono stati destinati tra i 40 e i 50 miliardi di euro, prelevati dalle bollette degli italiani, alle fonti fossili e alla chiusura del ciclo del vecchio nucleare, a fronte di tale “regalo” ingiustificato la cifra effettivamente sostenuta nel 2010 per incentivare le rinnovabili è stata di 2,7 miliardi di euro (nello stesso anno cittadini e imprese hanno dovuto sostenere oneri ulteriori e impropri in bolletta per oltre 3 miliardi di euro);

la Germania, vero caso di successo in Europa nel settore, produce già oltre 40 TWh di energia elettrica da eolico contro poco più di 6 TWh in Italia e prevede di arrivare a 100 TWh nel 2020 dalla stessa fonte, e sempre in quel Paese sono stati già istallati oltre 16.000 MW di fotovoltaico e si prevede di arrivare a 52.000 MW nel 2020; il sistema tedesco ha permesso uno sviluppo impetuoso delle imprese e a quel Paese di conquistare la leadership europea e mondiale nelle rinnovabili, tanto che in Germania mette in discussione il sostegno in bolletta alle rinnovabili (9 miliardi di euro lo scorso anno).

considerato che:

per queste ragioni il decreto sta producendo conseguenze negative per numerose imprese tra le più innovative del nostro sistema economico;

il decreto, nella versione approvata, rende di fatto molto difficile il perseguimento degli obiettivi europei in materia di energia e di clima;

mette a rischio importanti investimenti del nostro Comune come la sostenibilità del Parco Eco-Tecnologico, il bando sul fotovoltaico come Unione Terre d’Argine, e il campo fotovoltaico che sarebbe sorta sulla scuola di via Canalvecchio, tutti investimenti che avrebbero liberato risorse da destinare ad altri progetti.

chiede al Governo:

di intervenire rapidamente per correggere gli errori commessi in fase di approvazione del decreto recuperando anche le indicazioni giunte dal Parlamento e dalla Conferenza delle Regioni;

in particolare di non lasciare nell’incertezza il settore del fotovoltaico sino al 30 aprile e quindi di anticipare l’emanazione del previsto decreto ministeriale per la determinazione del nuovo sistema di incentivazione, senza imporre tetti limitanti allo sviluppo del mercato, garantendo certezze nel tempo agli investimenti e riconoscendo un adeguato valore degli incentivi;

impegna il Presidente del Consiglio comunale ad inviare questo Ordine del Giorno ai parlamentari eletti in provincia di Modena, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dello Sviluppo Economico, al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, al presidente della Regione Emilia Romagna e al Presidente della Provincia di Modena.