L’Unità d’Italia ha volti maschili, da Carlo Alberto a Mazzini, da Garibaldi a Cavour, da Turati a Mussolini, a Matteotti, da De Gasperi a Togliatti, e così via. I volti di coloro che vollero l’Italia unita, di coloro che la fecero,che la guidarono attraverso due guerre mondiali e una dittatura, i padri costituenti della Repubblica, di coloro che la governarono, la formarono e ne furono formati, di coloro che la descrissero e la cantarono sono solo di uomini, e in questa storia, sembra che i volti delle donne non siano necessari.
Eppure Anita Garibaldi, la regina Elena,Maria Montessori,Grazia Deledda, Matilde Serao, Edda Ciano, Tina Anselmi, Nilde Jotti, Alda Merini, Rita Levi Montalcini, Oriana Fallaci rappresentano tutte le donne italiane che hanno partecipato in maniera attiva, alla costruzione della Nazione, dalla sua Unità fino ai nostri giorni.
Rappresentano tutte quelle madri, mogli, figlie, tutte quelle donne che furono escluse fino al 1920,dalla possibilità di ricoprire impieghi statali e di esercitare professioni che implicassero una responsabilità pubblica, e fino al 1946 furono escluse dal diritto di voto, sempre relegate in contesti familiari regolati da leggi e costumi come il delitto d’onore, rimasti immodificati per secoli.
Rappresentano anche tutte quelle donne che furono le protagoniste della ricostruzione dell’Italia dopo la 2° guerra mondiale e del suo progresso economico; e rappresentano anche tutte le donne italiane che oggi dimostrano con il loro impegno, nel lavoro, nella famiglia, nella società, la grande creatività, la tenacia di chi sa dividersi fra tolleranza, l’accettazione e la forza delle idee, ma sempre animate dalla dignità e dalla consapevolezza, del ruolo che le compete, e non di pura e semplice rivendicazione dell’emancipazione.
A centocinquant’anni dalla nascita dello Stato italiano, la lunga marcia di costruzione di una unità nazionale di cui le donne possano dirsi protagoniste e interpreti, al di là della loro appartenenza regionale e perfino sociale, può dirsi non ancora realizzata, troppo poca è ancora la loro presenza numerica nelle istituzioni, nella politica e in tutti i luoghi del potere.
Con quali prospettive, a quali costi le donne potranno essere finalmente protagoniste e artefici della loro storia, questi sono gli interrogativi su cui oggi, giornata dedicata all’Italia e agli italiani è necessario riflettere.