Nei giorni scorsi sono apparse sui muri di Reggio Emilia scritte minacciose nei confronti della presidente della Provincia Masini, oltre che di Maroni, Marchionne, Landi, Filippi, Eboli, Borghi.
Ci eravamo, forse, abituati ed assuefatti alle scritte offensive che, purtroppo, spesso campeggiano sui cavalcavia o sotto i portici della nostra città. Ora però si registra una escalation nella violenza verbale che sfocia nella minaccia fisica.
Non credo che si possano liquidare questi avvenimenti, così come l’aggressione del primo marzo alla Presidente Masini e l’oltraggio alla sede del nostro Ente, come mere intemperanze o “ragazzate”; il pericolo che gruppi di facinorosi intraprendano, in un momento di forti tensioni politiche e sociali come questo, un’azione violenta è assolutamente reale.
Credo che dal Consiglio provinciale debba levarsi forte e chiaro l’unanime condanna per queste istigazioni a delinquere.
Alle forze dell’ordine il compito di indagare sui responsabili e vigilare sull’incolumità delle persone minacciate; ma anche noi come politici ed amministratori debbiamo fare la nostra parte.
L’invito che rivolgo alla politica è quello di abbassare i toni della discussione, di non incentivare lo scontro; la dialettica politica deve essere franca e appassionata, ma non può mai scadere nell’attacco personale, perché così facendo rischia di creare, per frange minoritarie di violenti, dei facili bersagli.