Al passo con l’arrivo dell’estate, il Festival Internazionale di S. Stefano, promosso e organizzato da Inedita, giunto alla XXIII edizione 2011, dal 13 al 30 giugno animerà il chiostro duecentesco della Basilica, luogo-simbolo della rassegna, con sei appuntamenti che per il loro singolare profilo non mancheranno d’ emozioni.
Un programma intenso e attraente realizzato grazie alla collaborazione con Confcommercio Ascom Provincia di Bologna e UniCredit, main sponsor dell’edizione 2011, insieme a realtà imprenditoriali, professionali, enti e fondazioni del territorio che con entusiasmo hanno aderito alla rassegna di Inedita, un’occasione speciale per condividere anno dopo anno il piacere dell’arte e della bellezza, le suggestioni della musica e del luogo: una promozione piena e vissuta del nostro patrimonio più significativo.
Il cartellone 2011 si conferma rigoroso nelle scelte di qualità e originalità, elementi che da oltre vent’anni dettano le regole della programmazione operata dal direttore artistico Alberto Spano e si mostra agile e stimolante nel confronto tra fascino della memoria, omaggio alla storia (nel 150° dell’Unità d’Italia) alla tradizione musicale bolognese (tanto da poter capire quanto non sia vocazione recente l’appellativo dell’Unesco Bologna, città creativa della musica) e aperto al nuovo che vede in programma l’ironica esecuzione a cappella dei Sacchi di Sabbia, audaci e dissacranti nella lettura del capolavoro mozartiano Don Giovanni, il debutto nazionale del giovanissimo pianista Jan Lisiecki, che la critica unanime, riconosce come autentica rivelazione e promessa del concertismo internazionale.
La voce del Festival 2011, dentro e fuori le mura di S. Stefano, ha nella parola valorizzazione la sua chiave di accesso: un refrain che attraversa, collegandoli, i contenuti specifici della rassegna, i luoghi (tra i più belli della città) e gli attori ( gli artisti tout court ma anche gli esponenti del commercio e dell’impresa) con l’intento, sia pure nel rispetto
della finalità prioritaria della rassegna, il recupero architettonico dell’area monumentale stefaniana, di contribuire a dare nuovo smalto al volto di una città, essenzialmente espressione culturale.
Il valore aggiunto del XXIII Festival sarà la concomitante mostra fotografica di Gianni Rusconi, al suo debutto a Bologna.
La personale che inaugurerà il 13 giugno negli spazi ACF Trading (via S. Stefano 7/b) dal titolo Elefanti da cerimonia fuori servizio, ricca dell’ipnotico charme in arrivo dall’India, è destinata a polarizzare l’attenzione grazie a immagini insolite, non banali, rubate ad una quotidianità ancora tutta da scoprire e tradotta per noi dal raffinato sentire del fotografo lombardo.
Non mancheranno incontri e occasioni conviviali ad allietare la XXIII edizione della rassegna.
Il programma della XXIII edizione 2011
Brilla il tricolore sulla serata d’apertura del XXIII Festival di S. Stefano, lunedì 13 giugno, alle ore 21,15.
«1861.Fatta l’Italia, cantiamo in italiano» è il concerto che Inedita, in collaborazione con ACF Trading, dedica ai 150 anni dell’Unità d’Italia e vedrà la partecipazione straordinaria del grande soprano bulgaro (ma italiano d’adozione) Raina Kabaivanska, sia in veste di interprete che in quella di madrina d’eccezione di alcuni allievi e discepoli impegnati in un programma appositamente creato dalla musicologa Carlida Steffan: una divertente serie di arie, inni e cori scelti dall’infinito bacino della musica da salotto dell’Ottocento. Accanto alla Kabaivanska si esibiranno i soprani Chiara Fiorani e Yeo Ji Won, il tenore Gianluca Bocchino, il baritono Daniel Stefanow, il flautista Mario Notaristefano e il pianista Corrado Ruzza.
«Nella seconda metà dell’Ottocento – scrive Carlida Steffan – il “salotto” borghese continua ad essere il luogo privilegiato della “sociabilità” italiana. Durante le soirées si parlava di novità editoriali, di avvenimenti culturali e politici. In questa cornice, la musica contribuiva alla costruzione dell’identità culturale italiana e a perpetuarne le diversità. Una composizione come Le attuali emozioni d’Italia di Giulio Briccialdi, virtuoso di flauto e compositore simpatizzante delle idee risorgimentali, propone un carosello di “tipicità” musicali peninsulari: romanesca, calascionata napoletana, tarantella, canto veneziano, ecc. Ancor più emblematica la presenza nel repertorio da salotto di canzoni in vernacolo, che forniscono oltretutto la couleur locale con la quale l’Italia era conosciuta e riconosciuta in Europa. Ci sono canzonette in lombardo, in siciliano, in veneziano (a queste contribuisce anche Rossini di stanza a Parigi), in romano e in napoletano (con best seller intramontabili come Fenesta che lucivi). La lingua “italiana” sta invece nelle arie d’opera, spesso attraversate da echi emotivi condivisi nella stagione risorgimentale. Nel 1861 Giuseppe Verdi si trasferisce a Torino, in qualità di Deputato alla Camera istituita dopo l’Unità; tra i banchi parlamentari mette in musica uno stornello, Il Brigidino: poesia popolare in toscano, dal sapore arcaico e dall’immaginario ancora risorgimentale con coccarda e tricolore. Nelle pagine operistiche posteriori all’Unità rimane vigile la coscienza verdiana dei grandi nodi politici: libertà, patria, oppressione, chiesa vs stato, superbamente affrontati nel Don Carlo. Finalmente “nazione”, nel 1862 l’Italia partecipa all’esposizione universale di Londra. Per l’occasione Verdi scrive un superbo Inno delle Nazioni, per solista, coro ed orchestra (poesia solenne, giusto un po’ retorica, dell’allora giovanissimo Arrigo Boito), che l’amico ed editore milanese Tito Ricordi propone in versione cameristica».
Al termine la Fondazione Forense Bolognese assegnerà il riconoscimento alla carriera a Raina Kabaivanska, un omaggio dovuto al suo straordinario percorso artistico, all’intensa carica di umanità che l’hanno portata ad essere indiscussa beniamina del pubblico internazionale.
Il secondo concerto del Festival, mercoledì 15 giugno 2011, sostenuto da NaturaSì vedrà al suo debutto a Bologna (unico concerto in Italia per tutto il 2011) quello che è additato internazionalmente come una delle più grandi promesse del concertismo mondiale: il pianista Jan Lisiecki, 16 anni, canadese di origine polacca, acclamato dai critici di tutto il mondo per il suo modo di suonare intenso e poetico. Nel febbraio scorso ad appena 15 anni (è nato a Calgary il 23 marzo 1995) Jan Lisiecki ha firmato un contratto di esclusiva con la casa discografica Deutsche Grammophon: un fatto straordinario che non conosce precedenti. Michael Lang, presidente della prestigiosa etichetta, così ha commentato: ««Jan Lisiecki è un artista giovane e fenomenale che unisce un’eccezionale maturità ad una rara dedizione e alla gioia di far musica. Grazie alla sua passione per il duro lavoro, Jan è certamente destinato a raggiungere gli obiettivi più ambiziosi. Noi siamo lieti di accoglierlo nella nostra grande famiglia di artisti».
Jan Lisiecki, che al Festival Santo Stefano suonerà due Preludi e Fughe di Bach, la Sonata op. 78 di Beethoven, Tre Studi da Concerto di Liszt, le Variations Sérieuses di Mendelssohn e i 12 Studi op. 25 di Chopin, ha debuttato come solista all’età di nove anni esibendosi con le più importanti orchestre del mondo tra le qualila National Arts Centre Orchestra, la Montreal Symphony, la Quebec Symphony, l’orchestra del Minnesota, la Sinfonietta di Cracovia e la Sinfonia Varsavia, in più di cinquanta concerti. Nonostante la sua giovane età, ha tenuto concerti in America, Corea, Cina, Giappone, Francia, Germania, Inghilterra, Scozia, Guatemala, Polonia e Canada esibendosi nelle più importanti sale da concerto del mondo tra le quali la Carnegie Hall, la Warsaw Philharmonic Concert Hall, il Seoul Arts Centre e la Salle Cortot ed ha collaborato con artisti quali Yo-Yo Ma, Pinchas Zukerman, James Ehnes e Emanuel Ax. Nel 2008, Jan Lisiecki a soli 13 anni è stato invitato al prestigioso festival “Chopin and his Europe” in Polonia dove ha suonato il Concerto in fa minore di Chopin con la Sinfonia Varsovia diretta da Howard Shelley. Dato lo straordinario successo ottenuto, vi è ritornato nel 2009 per suonare il Concerto in mi minore di Chopin, che è stato trasmesso da Radio Polonia, riscuotendo un grande successo di critica. La registrazione live di quelle esecuzioni dal vivo è divenuta un CD prodotto dall’Istituto Fryderyk Chopin di Varsavia e distribuito in tutto il mondo, che ha ottenuto il prestigioso premio “Diapason d’Or” nel maggio 2010. Diapason descrive Jan Lisiecki come “instancabile virtuoso dall’irresistibile naturalezza del tocco ”. BBC Music Magazine di luglio 2010 afferma che Jan Lisiecki “possiede una musicalità matura”, un’interpretazione “unica e singolare” di concerti così diversi e suona “con una tecnica brillante ed un pathos coinvolgente”.
Per festeggiare il debutto bolognese del giovanissimo talento, al termine della serata Alce Nero e Mielizia accoglieranno il pubblico del Festival nel Cortile di Pilato con un brindisi all’insegna del biologico, di cui il gruppo è il rappresentate più accreditato.
Il Festival prosegue il 16 giugno con «SCHUBERTIADE 2011», la rievocazione di un tipico concerto da camera ai tempi di Schubert, allorché nei migliori salotti di Vienna si riunivano i nobili amici attorno al compositore, per ascoltare in religioso silenzio e per la prima volta i capolavori del suo genio. La serata riunisce alcuni grandi interpreti di oggi attorno a tre strumenti dell’epoca: un fortepiano costruito da Mathias Jakesch a Vienna nel 1823, un clarinetto copia di quello costruito da Theodor Lotz nel 1805 (custodito presso il Museo degli strumenti musicali di Ginevra) e un “arpeggione” (copia dell’originale costruito nel 1823 dal liutaio viennese Johann Georg Staufer conservato nel Museo degli strumenti musicali di Berlino), strumento simile al violoncello, da lungo tempo scomparso la cui memoria è legata alla celebre Sonata in la minore D. 821 dedicatagli proprio da Schubert. Solitamente eseguita al violoncello o alla viola, l’ascolto di questa sonata con lo strumento originale costituisce un’affascinante rarità. Il fortepianista Carlo Mazzoli e il violoncellista Mauro Valli, due specialisti della prassi esecutiva su strumenti d’epoca, ne saranno magnifici interpreti. La serata vedrà poi la partecipazione straordinaria del mezzosoprano Gloria Banditelli, impegnata in alcuni Lieder schubertiani assieme al soprano Laura Cherici, al tenore Bruno Lazzaretti e al clarinettista Paolo Ravaglia. In particolare si potrà ascoltare uno dei massimi capolavori di Schubert, scritto a pochi giorni dalla morte: il Lied “Der Hirt auf dem Felsen” D 965 (Il pastore sulla roccia) per soprano, clarinetto e fortepiano.
Il concerto del 23 giugno, promosso da Allianz Bank, ha per protagonista uno dei migliori interpreti del jazz italiano d’oggi, il pianista Danilo Rea, impegnato in un pianosolo che si intitola «Omaggio a Fabrizio De André». Nato a Vicenza, trasferitosi a Roma, diplomato a Santa Cecilia, ha debuttato nel 1975 con il Trio di Roma (Enzo Pietropaoli e Roberto Gatto). Si fa strada nell’ambiente jazzistico sino a suonare con alcuni tra i più grandi solisti statunitensi, come Chet Baker, Lee Konitz, John Scofield, Joe Lovano. Nel 1989 partecipa al lavoro di Roberto De Simone, Requiem per Pier Paolo Pasolini, rappresentato al teatro San Carlo di Napoli per la direzione di Zoltan Pesko; nello stesso anno pubblica assieme a Roberto Gatto il disco Improvvisi. Nel 1997 dà vita, con il contrabbassista Enzo Pietropaoli e il batterista Fabrizio Sferra ai Doctor 3, un trio jazz che ormai da un decennio calca i più importanti palcoscenici del jazz italiani. Il suo disco The Tales of Doctor 3 viene premiato miglior disco di jazz italiano nel 1998, mentre il lavoro successivo The songs remain the same vince il titolo di miglior disco jazz di Musica&Dischi nel 1999. In Italia sono numerose le sue performance nell’ambito del pop, come pianista di fiducia di artisti quali Mina, Claudio Baglioni e Pino Daniele e come collaboratore, tra gli altri, di Domenico Modugno, Fiorella Mannoia, Riccardo Cocciante, Renato Zero, Gianni Morandi e Adriano Celentano. Nel 2006 prende parte al Concerto per l’Europa, sull’isola di Ventotene, che lo vede protagonista assieme a Baglioni, Nicola Piovani e Luis Bacalov. Nella stagione 2007-2008 partecipa allo spettacolo Uomini in frac (insieme ad altri musicisti come Peppe Servillo, Fausto Mesolella e Mimì Ciaramella degli Avion Travel, Fabrizio Bosso, Furio Di Castri, Javier Girotto, Gianluca Petrella e Cristiano Calcagnile) in cui il gruppo esegue alcune canzoni di Domenico Modugno; lo spettacolo è stato allestito per festeggiare i cinquant’anni di Nel blu dipinto di blu. Le sue improvvisazioni, che spaziano su qualsiasi repertorio, sono apprezzate durante i concerti che tiene nelle tournée in giro per il mondo e durante i principali festival jazz. Nel 2009 è uno dei 70 artisti ospiti del doppio cd di Baglioni, Q.P.G.A., dove Rea suona il pianoforte nella canzone Centocelle.
Allianz Bank, festeggerà Danilo Rea, protagonista del recital con un ricevimento ad invito nel Cortile di Pilato.
Con lo spettacolo-concerto straordinario «BOLOGNA TRA LE NOTE» in programma lunedì 27 giugno, Inedita in collaborazione con Coop Adriatica vuole offrire un piccolo ma significativo contributo al ritorno all’identità della città e alla sua antica vena musicale, insignita dall’UNESCO con il riconoscimento Bologna, Città Creativa della Musica. Protagonisti della serata saranno i due chitarristi Daniele Dall’Omo e Antonio Stragapede che offriranno un’esauriente antologia di brani del grande repertorio tradizionale bolognese, arricchiti da arrangiamenti di alta qualità creando una felice combinazione fra musica colta e popolare. Il lavoro di Dall’Omo e Stragapede, contempla percorsi suggestivi: l’uso di due chitarre realizzate da storici liutai bolognesi, riporta alla musica manouche (i nomadi manouche sono i discendenti del ceppo zingaro più antico e basta andare una domenica mattina in piazza Maggiore per ascoltare piccoli gruppi che suonano ancora questa bellissima musica). Nel corso della serata al duo si unirà Marco Marcheselli, virtuoso di organetto bolognese, come lo fu il padre Leonildo Marcheselli (1912-2005), la cui attività musicale iniziata negli anni 30 si concluse nel 2001 con un trionfale concerto in piazza 8 Agosto a Bologna. Oltre ad essere un esecutore virtuoso, Marcheselli fu senza dubbio l’autore bolognese di “Filuzzi” (definizione popolare del liscio bolognese) più importante e prolifico. Fra i suoi allievi e discepoli ricordiamo Ruggero Passarini, Fio Zanotti e Lucio Dalla.
Ai tre musicisti si unirà la simpatia e la bravura di Gianni Cavina, il grande attore bolognese tanto caro a Pupi Avati, del quale per l’occasione verrà proiettato in anteprima assoluta il video “Bologna!” di Stefano Mazza e il film-cortometraggio “Cafè Capo” di Andrea Zaccariello: opera quest’ultima pluripremiata ai maggiori festival europei e finalista ai Premi David di Donatello 2011.
La serata, nata da un’idea di Stefania Guerra e Alberto Spano, contempla anche uno slideshow del fotografo Fabio Fantuzzi e letture di Franco Iannelli e costituisce il primo capitolo di un più ampio progetto che prevede la pubblicazione di un libro e la realizzazione di una mostra multimediale.
L’appuntamento di chiusura del XXIII Festival di Santo Stefano, in programma giovedì 30 giugno 2011 sempre alle 21,15, realizzato in collaborazione con Ordine e Fondazione dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bologna vede il debutto in Emilia Romagna dello spettacolo musicale prodotto da I Sacchi di Sabbia/Compagnia Sandro Lombardi che ha commosso e divertito nel 2010 il Festival Teatrale di Càscina e che sta facendo il giro dei migliori festival internazionali: «DON GIOVANNI DI W. A. MOZART», “Ein Musikalischer Spass zu Don Giovanni”. Lo spettacolo, che coinvolge i musicisti-attori della compagnia I Sacchi di
Sabbia conosciuti per il loro incredibile virtuosismo scenico, è in sostanza una spassosa parodia del capolavoro mozartiano, riproposto nella sua integralità drammaturgica con geniale verve comica e mimica. Si ascolta, si riconosce, si gusta, si ride fino alle lacrime. Frutto di un approccio all’opera spiazzante, d’una interpretazione “teatrale” in cui il testo dello spettacolo è rappresentato dalla melodia e dalla timbrica degli strumenti, questo lavoro si colloca nella scia di una ricerca sul melodramma che nel 2008 ha fatto vincere alla formazione pisana il prestigioso Premio Ubu. Un omaggio a Mozart: uno sberleffo e al tempo stesso un atto d’amore per un’opera magnifica.
Per la serata di chiusura del XXIII Festival, la Fondazione e Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bologna, affezionati partners dell’attività culturale di Inedita, saluteranno gli ospiti con un party ad invito negli spazi suggestivi delle Sette Chiese.
UniCredit rinnova il sostegno al Festival Internazionale di Santo Stefano
La musica, la storia, la tradizione, le emozioni. UniCredit conferma il proprio impegno per l’arte e la cultura rinnovando per il settimo anno consecutivo e come main sponsor il sostegno al Festival Internazionale di Santo Stefano, in programma a Bologna dal 13 giugno al 5 luglio. Un grande appuntamento che torna ad animare un angolo magico della città. L’alto livello degli interpreti contribuisce alla valorizzazione dell’antichissima struttura monastica di Santo Stefano e colloca ancora una volta il Festival nell’esclusivo panorama delle rassegne musicali italiane.
”Promotori dell’iniziativa dal 2005 – dice Marco Vinicio Zanella, Direttore Area Commerciale Bologna UniCredit – continuiamo a supportare il Festival, giunto alla sua XXIII edizione, legando il nome e l’impegno di UniCredit ad un appuntamento di grande rilievo per la città, in linea con uno degli obiettivi principali del nostro Gruppo: essere vicini alla gente”.
UniCredit è infatti una banca su misura, una banca ‘sotto casa’, ma che sa pensare e agire in grande. La formula vincente di UniCredit sta nell’idea forte della specializzazione e nell’impegno costante ad essere partner del territorio non soltanto da un punto di vista strettamente bancario, ma anche sui diversi fronti che costituiscono, completano e arricchiscono la nostra società.
Ecco perché, nei fatti, UniCredit è anche attiva sul fronte della sponsorizzazione e del sostegno ad iniziative artistiche, culturali e sociali importanti per i territori in cui è presente, a conferma del suo ruolo di istituto di dimensioni internazionali che mantiene viva un’attenta vocazione territoriale.
Da tempo, UniCredit ha rinnovato nel concreto il rapporto con l’arte e più in generale con la cultura, creando una relazione che supera il vecchio schema del mecenatismo. Un processo avvenuto naturalmente, anche grazie alla presenza capillare e all’interazione dell’istituto con le realtà locali. Esempio tangibile di questo impegno è il sostegno a importanti progetti dedicati alla cultura, nelle sue diverse declinazioni accomunate dal fatto di costituire una risorsa preziosa per la comunità.