Una indagine della squadra mobile della questura di Forli’ partita nel 2009 ha permesso di smantellare, con la collaborazione delle squadre mobili di Reggio Emilia, Milano, Bari, Padova, La Spezia, Bergamo, Mantova e Bologna, una ramificata organizzazione cinese dedita al favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione in varie zone dell’Emilia-Romagna e di altre regioni, e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
In totale sono 35 le persone coinvolte, 17 delle quali arrestate a vario titolo. Individuati anche otto appartamenti, sette a Forli’, uno a Cesena, piu’ altri nove, ubicati nel centro nord Italia, tutti adibiti a case d’appuntamento. L’organizzazione funzionava come un call center. Il cliente contattava il call center, che aveva sede a Reggio Emilia, e questi, dopo avere definito prestazioni e prezzo, attivava in tempo reale la lucciola presente nel luogo da cui arrivava la chiamata, pronta ad aprire la porta al nuovo cliente.
Le ragazze, a cui andava il 33% degli incassi, ruotavano vorticosamente fra i vari appartamenti, fermandosi non piu’ di 15 giorni nello stesso posto. Il trasloco avveniva sempre in coincidenza col ciclo mestruale, per ridurre al minimo i tempi di inattivita’. Al termine di ogni rapporto sessuale la prostituta dava conferma dell’incasso, cosi’ da conteggiare le sue spettanze. Calcolato dagli investigatori che ciascun appartamento poteva rendere, mediamente, nove/dieci mila euro mensili, con picchi giornalieri fino a 1.200 euro. Le prestazioni avevano un prezzo variabile tra i 30 e i 100 euro. Identificati anche decine di clienti, italiani e stranieri.