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Enrico Aimi (PDL) sul referendum

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“Una questione di buon senso”. Cosi’ Enrico Aimi, Vice Presidente del PDL provinciale, sulle valutazioni da operare nei Referendum che si terranno il 12-13 giugno 2011.”Non daro’ nessuna indicazione ai nostri Elettori che potranno scegliere in piena liberta’ e secondo coscienza una delle opzioni che anche la Costituzione riconosce loro: votare, si, no, scheda bianca o – perche’ no – non recarsi a votare (anch’essa una scelta da rispettare stante le strumentalizzazioni politiche dell’ultimo periodo). Il quesito sull’acqua ad esempio, è del tutto demagogico e fuorviante! Falso che si voglia privatizzare questa primaria risorsa, che rimane infatti pubblica; la normativa – ha osservato – intende invece continuare un processo già avviato da tempo per porre fine a dissesti e sprechi. Il Pds, il Pd e Bersani sono stati peraltro gli iniziali “promoter” della liberalizzazione e della privatizzazione dei servizi (vedi Hera) e adesso, per inseguire la sinistra più radicale e Di Pietro, compiono una capriola politica con doppio avvitamento all’indietro, una ridicola retromarcia col turbo. Sul nucleare le norme per la localizzazione delle centrali sono gia’ state abrogate e si chiede quindi ai cittadini di votare sul nulla. Poi c’è il quesito più politico: quello relativo al legittimo impedimento che, semplicemente, consente al Premier e ai Ministri di ottenere il rinvio dell’udienza in tribunale ove sussistano fondate ragioni legate ai loro compiti istituzionali: un principio di buon senso (peraltro gia’ riconosciuto in molteplici diverse forme a tutti i cittadini imputati) che l’opposizione vorrebbe eliminare per portare a fondo l’attacco mediatico giudiziario al Presidente Berlusconi. In conclusione – sostiene Aimi – i quesiti referendari nascono da iniziative demagogiche e strumentali e riteniamo che il risultato che scaturirà dalla consultazione del prossimo week end non avrà conseguenze ne per il Governo ne sul piano politico. Il Pd, Vendola e Di Pietro – oggi all’opposizione – si rassegnino: per tornare a governare dovranno vincere le prossime elezioni politiche del 2013 con un candidato, un’alleanza e un programma credibili e soprattutto condivisi, cose ad oggi nemmeno lontanamente all’orizzonte”.