Il 44 per cento delle strutture turistiche modenesi è interessato ad aderire a una rete internazionale di imprese “energeticamente virtuose”; in particolare è favorevole il 50 per cento degli alberghi e il 46 per cento degli agriturismi, mentre non mostrano alcun interesse i gestori di altre strutture, come campeggi e case per ferie. Lo rivela un’indagine sull’utilizzo delle energie rinnovabili nel settore turistico condotta nei mesi scorsi tra le imprese ricettive modenesi. La ricerca è stata prodotta nell’ambito di Relacs (Renewable energies for tourist accommodation buildings), il progetto europeo per la diffusione dell’energia pulita nel turismo che coinvolge dieci Paesi europei; a livello locale è promosso dall’agenzia di Modena dello Ial Emilia-Romagna, l’ente Cisl per la formazione professionale, e Aess (Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile). Hanno risposto alle interviste 41 imprese, pari all’11,8 per cento del totale dell’universo modenese considerato.
«Dall’indagine emerge che il 39 per cento delle imprese intervistate ha installato impianti a fonti rinnovabili – spiega Natascia Schieri, ricercatrice e referente Ial per Relacs – Il 70 per cento di chi l’ha fatto giudica questi interventi molto efficaci, sia per ridurre i costi che per migliorare la propria immagine e attrarre nuova clientela. Esiste tuttavia una quota di scettici (più di un intervistato su quattro) che ritiene queste azioni non efficaci. Inoltre risultano poco conosciute le certificazioni ambientali, come Iso 14001, Emas, Ecolabel ecc., largamente diffuse in Europa». La ricerca rivela anche che l’80 per cento delle strutture ricettive pratica la raccolta differenziata dei rifiuti, mentre il 70 per cento si approvvigiona di materie prime locali (prodotti a km 0); sono meno della metà, invece, le imprese che hanno adottato misure per la riduzione dei consumi elettrici e idrici (44 per cento), dell’utilizzo di sostanze nocive come detersivi e vernici (37,8 per cento) e dell’inquinamento causato dalle acque di scarico (31,6 per cento). «In generale si può affermare che le imprese preferiscono investimenti contenuti, come le luci a tempo e la limitazione del cambio di biancheria. Questo significa – continua Natascia Schieri – che esiste un ampio margine per migliorare i comportamenti virtuosi in termini di sostenibilità. Attraverso seminari, incontri, kit informativi, audit energetici e studi di fattibilità vogliamo aiutare gli imprenditori turistici modenesi a comprendere la convenienza a investire in progetti per la riduzione dei loro costi energetici. Possono essere interventi di piccola entità o impianti fotovoltaici, solaretermici, caldaie a biomassa, microeolico ecc».
Di questi temi si parlerà domani – venerdì 17 giugno – a Pavullo durante l’Energy Day promosso nell’ambito della fiera dell’economia montana.