Dare priorità al sociale, innovare la macchina comunale, ricorrere alla tassazione solo se indispensabile. Sono gli orientamenti emersi dalla relazione del sindaco di Modena Giorgio Pighi, nella seduta consiliare serale di lunedì 26 settembre dedicata all’esame delle ricadute della manovra del Governo sul bilancio locale. “L’entità del taglio aggiuntivo che il Comune di Modena potrebbe subire quest’anno – ha spiegato il sindaco – è stimata in oltre 10 milioni di euro, cui si aggiunge un ulteriore taglio di un milione 300 mila euro nei trasferimenti regionali per i fondi sociali, 22 milioni bloccati per effetto del patto di stabilità, la cronica sottodotazione di trasferimenti statali e la riduzione degli oneri di urbanizzazione per effetto della crisi”.
Per chiarire l’impatto di questi circa 15 milioni di possibili tagli alla spesa corrente, il sindaco ha portato alcuni esempi: “Sui nidi comunali 2 milioni 700 mila euro di tagli significano 250 posti in meno; sui nidi convenzionati 800 mila euro in meno rappresentano una diminuzione di 200 posti. Sulla scuola dell’infanzia – ha proseguito – 4 milioni di euro di tagli si traducono in 520 posti in meno. Sul teatro, tagliare 630 mila euro significa ridurre la stagione di 17 spettacoli. Nelle case protette, un milione 650 mila euro sono 40 posti in meno; nelle residenze sanitarie assistite un taglio di 2 milioni 100 mila euro equivale a 50 posti in meno. Per l’assistenza domiciliare un milione e mezzo di euro in meno rappresenta 56 mila ore in meno. Per il verde, ridurre la spesa di un milione di euro significa una falciatura in meno in ogni parco. Per lo sport – ha concluso il sindaco – 500 mila euro in meno comportano una riduzione di 14 mila ore dell’utilizzo delle palestre, circa 70 squadre amatoriali senza uno spazio”. Pighi ha anche citato il tema degli incarichi e delle consulenze, precisando che “nel 2011 ammontano a circa 3 milioni e le ridurremo ulteriormente, ma per la maggior parte sono collaborazioni da circa 15 mila euro annui, di insegnanti e operatori sociali, mentre la media degli incarichi professionali è di 4 mila euro annui”. Il sindaco ha poi fatto appello al senso di responsabilità: “Questa manovra ci porrà di fronte ad alternative dolorose che faremo tutti fatica a spiegare ai cittadini: chi deve governare il Comune, ma anche chi sostiene il Governo. Mi interessa avere una base di discussione, partire da elementi di conoscenza certi e condivisi”.
Delineate le possibili conseguenze, il sindaco è passato alle proposte. “È indispensabile – ha detto – aprire un confronto vero tra Governo ed Enti locali, cercando insieme quei correttivi alla manovra, a saldi invariati, che possano restituire un po’ di ossigeno ai Comuni. Non ha senso chiedere risparmi immediati, sui quali non si riesce ad applicare una logica di equità”. Pighi si è poi soffermato sulle possibilità di innovazione, come il ricorso a un Segretario generale in convenzione con altri Comuni. “Lo abbiamo chiesto – ha detto – ma la risposta del ministero degli Interni sarà negativa. Ci impongono di tagliare, ma non ci forniscono gli strumenti”.
Sull’equilibrio da perseguire nel bilancio, il sindaco ha ribadito: “Il Comune dovrà impegnarsi più di quanto chiede ai cittadini, perciò dovremo puntare sui nuovi tagli piuttosto che sull’aumento delle entrate. E dovremo lasciare qualcosa per continuare a investire, per il lavoro e per la crescita”. Pighi ha suggerito “la costruzione di un bilancio corrente in cui le spese ordinarie siano finanziate da entrate ordinarie, nella misura massima possibile, per garantire un equilibrio e risorse certe per l’intera gestione annuale. In questo quadro – ha affermato – andranno valutate le possibilità offerte dalla leva fiscale, quindi l’addizionale Irpef, la tassa di soggiorno e l’adeguamento della tariffe. Un punto di addizionale vale circa 3 milioni di euro e noi potremmo applicarne al massimo tre, passando dallo 0,5 allo 0,8 per mille. La tassa di soggiorno non frutterebbe più di 2 milioni di euro. Anche spingendo al massimo la leva fiscale – ha ribadito Pighi – serviranno comunque tagli e sacrifici”.
Il sindaco ha poi elencato le dieci priorità dell’Amministrazione: servizi alla persona e sistema di welfare; un piano di investimenti compatibile col patto di stabilità, centrato sulle manutenzioni, la sicurezza e il completamento delle opere avviate; la concertazione e la sinergia con gli attori istituzionali della città; l’innovazione della macchina comunale, riducendo la spesa per il personale, gli incarichi e le collaborazioni; la riqualificazione del personale per attenuare l’impatto del blocco del turnover; l’esternalizzazione di servizi ridefinendo gli standard qualitativi; il welfare mix in tutti i settori; la riduzione dei trasferimenti a enti e organizzazioni salvaguardando il sostegno alle famiglie; le economie di scala con altri Comuni; il recupero dell’evasione.
“Solo quando avremo il quadro preciso della manovra – ha asserito Pighi – ci porremo il problema di quanto impiegare la leva fiscale. E comunque non possiamo rinunciare del tutto a immaginare un futuro positivo per la nostra città. Ritengo sia giusto riconsiderare la ripartizione degli oneri di urbanizzazione, destinandone una parte più consistente agli investimenti. Nei prossimi giorni – ha concluso – avvieremo il confronto con le forze politiche e sociali, i sindacati, gli imprenditori, lo sport, la cultura, il volontariato, le altre istituzioni, i nostri collaboratori, dirigenti e dipendenti e i cittadini”.