Oltre centocinquanta persone hanno partecipato ieri sera alla prima edizione del premio Baroni, nata per ricordare il giornalista e portavoce di vari sindaci della provincia -tra cui il sindaco Rossi- scomparso meno di un anno fa a causa di una grave malattia.
Premiato Massimiliano Panarari, giornalista e saggista reggiano, alla presenza del sindaco, della Preside della Facoltà di Scienze della comunicazione Giovanna Galli, e Benedetta Brevini, docente di Media Policy alla Brunel University di Londra e originaria di Casalgrande. Ospite d’onore, il direttore de Il Fatto quotidiano Antonio Padellaro.
“Molto spesso i giornalisti si dimenticano dei lettori nel proporre le notizie-ha dichiarato Padellaro nella sua riflessione sulla libertà d’informazione- ma ragionano in base ai loro interessi e alle loro specificità di professionisti. Tuttavia, la categoria dei giornalisti è diversificata e composita: i più conosciuti, che non necessariamente sono i migliori, i quali a volte non sono narratori di fatti ma portatori di ideologie; coloro che pur non firmando il giornale restano in redazione fino a sera per rendere il loro giornale un prodotto “artigianale” unico e di qualità; e infine coloro che in tante zone del Sud devono sfidare non tanto il potere economico o politico, ma la criminalità organizzata e le mafie. Ricordiamoci di tutti loro quando pensiamo a un sistema che per dare ossigeno al Paese deve potere contare sulla libertà, che in questi anni in Italia è venuta a mancare molto”. Nel corso della tavola rotonda, sono stati affrontati i temi quali l’importanza della professione giornalistica, il ruolo dei giovani e le difficoltà a inserirsi nel mondo del lavoro, l’attualità e le proteste di oggi.
Riferendosi alla proteste degli indignados, Padellaro ha dichiarato: “protestare, anche se sembra qualcosa di scomposto, è giusto. Questa generazione ha meno opportunità della precedente, anche se è importante non vittimizzarsi: al contrario, occorre darsi da fare perché un intero sistema cambi, anche, se necessario, scendendo in piazza, anziché rimanere passivamente con le mani in mano”.
Giovanna Galli ha ribadito l’importanza dei nuovi social media, del cambiamento nell’apprendimento delle notizie per i giovani, i quali preferiscono spesso cercare le news sul Web anziché dalla carta stampata: mentre Brevini ha raccontato la sua esperienza di docenza in Inghilterra, luogo -giustamente secondo i parametri europei- dopo i trent’anni non si è più definiti giovani e dove, al di là di un clima di certo competitivo, le opportunità per i talenti sono più numerose e più remunerate che in Italia.
Per il sindaco Rossi: “Il direttore artistico del Teatro, Fabrizio Abbati, ha pensato a un premio da intitolare alla memoria di Eliseo perché è stata una figura importantissima per Casalgrande e per tutto il distretto ceramico: ha lavorato con molti di noi, e per me è stato più di un portavoce, ma un consigliere e un amico. La sua grande professionalità viene ricordata oggi attraverso un premio che intende parlare di futuro e di speranza, in una fase delicatissima sul piano politico, economico e di grande crisi sociale e culturale del nostro paese. Una crisi alla quale non possiamo rispondere attraverso il disinnamoramento della politica o del giornalismo ma, al contrario, recuperando fiducia nel futuro. Una professionalità, quella di Eliseo, che deve essere di esempio per chi decide di intraprendere un percorso giornalistico: giornalismo inteso come narrazione della verità, senza piegarsi al volere dei poteri forti e consapevole della ricaduta che tale professione può avere nella costruzione della coscienza civica”.
Dopo la lettura di un messaggio della famiglia, presente in sala, di Eliseo, a Panarari è stato consegnato un monile rappresentante la chiocciola di Internet, simbolo del premio, e una pergamena con la seguente motivazione: “per essere riuscito ad affermarsi nell’attività editoriale e di docente e per essere diventato firma autorevole di importanti quotidiani, partendo dalle nostre terre e affermandosi con successo al di fuori dei confini emiliani raggiungendo una dimensione nazionale di grande spessore”. Dopo il successo di questa prima edizione, a pochi mesi dalla scomparsa di Baroni, l’obiettivo è quello di rendere il premio annuale e di destinarlo, tramite un bando di concorso, in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio, a giovani esordienti nel campo del giornalismo, della comunicazione e dell’informazione multimediale.





