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In 24 ore, al Policlinico di Modena, operati tre neonati con gravi malformazioni congenite

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Tre neonati in 24 ore sottoposti nei giorni scorsi al Policlinico di Modena ad altrettanti delicati interventi chirurgici. Sono tre pazienti, piccolissimi e affetti da patologie molto gravi che nei giorni scorsi sono stati operati dall’equipe di Chirurgia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, diretta dal prof. Alfredo Cacciari. Ora stanno tutti bene.

Il primo paziente, un maschio di due kilogrammi era nato 36 ore prima in un ospedale della provincia, con un’occlusione intestinale diagnosticata già in fase prenatale con l’ecografia. Subito dopo la nascita il piccolo è stato trasferito al Policlinico di Modena dove sono stati eseguiti tutti gli accertamenti necessari per confermare la diagnosi. Il neonato è stato quindi portato in sala operatoria, dove, ovviamente in anestesia generale, si è proceduto all’intervento chirurgico. I chirurghi pediatrici hanno aperto l’addome del bambino e riscontrato una atresia, cioè un’occlusione, al secondo tratto intestinale dopo il duodeno, patologia che colpisce di solito un neonato su 1500. “In questa patologia, detta ad apple peel (buccia di mela) l’intestino risulta arrotolato su se stesso – ha spiegato il prof. Alfredo Cacciari – con in più, in questo caso, altre due atresie nel suo contesto: si è provveduto ad eliminare il breve tratto fra le due atresie e a confezionare una anastomosi, cioè un’unione fra i due tratti intestinali”.

Il secondo paziente è stato un neonato venuto al mondo con parto cesareo al Policlinico di Modena. Alla mamma, in utero, era stata diagnosticata un’importante e rara malformazione, la laparoschisi che colpisce circa 1 su 30.000 nati vivi e che consiste in un’anomala apertura della parete addominale, attraverso la quale le anse intestinali escono fuori dal corpo del neonato. In questo caso si è intervenuti direttamente in Terapia Intensiva Neonatale, senza trasportare il bambino in sala operatoria, utilizzando una tecnica mininvasiva che consiste nel rimettere tutte le anse in cavità addominale ed a chiudere, suturare, l’anomala apertura della parete addominale.

Il terzo paziente era un neonato di 3.600 grammi di peso, nato 24 ore prima in un ospedale della provincia e subito trasferito al Policlinico con il sospetto diagnostico di atresia dell’esofago con fistola tracheo-esofagea. Le indagini eseguite, appena giunto a Modena, hanno confermato la diagnosi: si trattava di una importante malformazione, che colpisce un neonato su 3.000, e consiste nella mancanza di un tratto di esofago. “In questa patologia – ha spiegato il prof. Alfredo Cacciari – l’esofago superiore è chiuso e quindi non può passare nulla, nemmeno la saliva del neonato, mentre l’esofago inferiore comunica, e questa è una ulteriore grave anomalia, con la trachea. Dopo l’endoscopia tracheale e l’incannulamento della fistola – esofago tracheale, si è proceduto a toracotomia destra e, per via retropleurica, sono stati isolati i monconi esofagei. Previa legatura della fistola tracheo-esofagea, si è poi proceduto ad anastomosi esofago-esofagea unendo fra loro i monconi esofagei”.

La Struttura Complessa di Chirurgia Pediatrica del Policlinico di Modena lavora in stretto contatto con la Struttura Complessa di Neonatologia, diretta dal prof. Fabrizio Ferrari per intervenire su neonati che presentano importanti malformazioni, spesso gravi, con risultati davvero ottimi. La mortalità nel neonato chirurgico operato è sotto il 4%.