Chiodi, inferriate, gomme bruciate, schegge e lame imprigionati in scatole d’artista con cui Adele Angeloni ha raccontato la violenza sulle donne. Un percorso di scatola in scatola, di prigione in prigione con oggetti arrugginiti e taglienti, simboli di radici lontane, dell’eredità familiare e religiosa, espressioni di disagio e ferite mai rimarginate.
Resta aperta fino al 10 dicembre l’installazione “Extreme women condition. Labirinto di dolore alla ricerca della luce” dell’artista e designer modenese Adele Angelone, allestita per iniziativa della Presidenza del Consiglio comunale nella sala dei Passi perduti del Municipio di Modena. L’inaugurazione è avvenuta nel pomeriggio di oggi, subito dopo la seduta consiliare tematica in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18 e sabato dalle 9 alle 13.
L’installazione analizza la prigionia psicologica femminile, ma anche quella fisica, fino ad arrivare alla violenza e alla morte. “Adele Angelone passa al setaccio i magazzini, i mercati di ferrivecchi, le officine, i capanni degli attrezzi di artigiani alla ricerca di oggetti o di frammenti ‘morti’ – spiega la presidente del Consiglio Caterina Liotti – come morte sono le energie scartate di una parte di umanità gettata in un angolo. E li trasforma attraverso un viaggio di reinterpretazione evocativa e poetica; il linguaggio dell’arte aiuta a riaffermare la necessità dell’impegno di tutti, società civile e istituzioni, per arginare un fenomeno continuamente in crescita nel mondo e purtroppo anche nella nostra città”.