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Fp/Cgil-Uil/Fpl Modena: stato di agitazione dipendenti Azienda Usl

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Proclamato dai sindacati della Sanità Cgil e Uil di Modena lo stato di agitazione di tutti i dipendenti dell’area comparto dell’Ausl – infermieri, ostetriche, tecnici, Oss, amministrativi, ecc… – per protestare contro l’indisponibilità aziendale ad affrontare i problemi relativi a gravi carenze del personale, ad orari e organizzazione del lavoro che, insieme ad altre difficoltà, stanno già riducendo le risposte ai cittadini.

Ciò significa che i circa 4.800 addetti dell’Ausl di Modena che operano nei 7 ospedali di Mo e provincia e nei servizi sanitari territoriali, si asterranno dalle prestazioni straordinarie e da tutte le attività che non sono considerate indispensabili a garantire i livelli essenziali di assistenza.

Lo stato di agitazione, già comunicato al Prefetto di Modena, è stato annunciato stamattina in conferenza stampa dai sindacalisti di Fp/Cgil e Uil/Fpl e dai delegati presenti.

I sindacati denunciano la riduzione del personale infermieristico: dai 2.692 infermieri del 2008 si è passati ai 2.578 di oggi, di cui oltre 300 unità hanno riconosciute ridotte capacità lavorative per problemi di salute. Il personale effettivo cala ancora se si considera il 25% di lavoratori part time e il 18% di lunghe assenze (malattia, maternità, infortuni, ecc…) a cui viene data soltanto una copertura parziale.

Inoltre circa 100 lavoratori hanno contratti a tempo determinato in scadenza nei primi mesi del 2012 che l’azienda non è disposta a prorogare.

Questi sono impegnati in modo particolare sulle specialità internistiche (medicina, lungodegenza, geriatria) e sull’emergenza/urgenza.

Il personale Oss (operatori socio sanitari) addetto all’assistenza di base (trasporto, posizionamento letto, igiene al letto, alzate, ecc..) ad oggi è carente di 42 unità, perché si è passati dai 417 addetti del 2008 agli attuali 375. Tra l’altro, anche qui è presente oltre il 30% di personale con ridotte capacità lavorative.

Carenze si registrano anche tra i tecnici di laboratorio (-2 unità), tecnici di radiologia (-9 unità), fisioterapisti (-12) e in generale tra educatori e assistenti sanitarie. Inoltre, anche il personale amministrativo, è sotto organico di 35 unità, carenza che determina una riduzione della risposta sanitaria perché il personale infermieristico deve dedicare parte della propria attività alle procedure amministrative.

La riorganizzazione amministrativa proposta, secondo i sindacati, non produce un miglioramento dell’azione messa in campo, ma rischia di aumentare le difficoltà prodotte dalla carenza descritta.

La mancata copertura del turn-over – solo per citare un esempio, ogni anno per varie ragioni escono tra i 65 e i 70 infermieri – rende ancora più allarmante la carenza di personale.

Per garantire i servizi ai cittadini, il personale in forza è costretto a straordinari massicci: 470.000 ore di lavoro straordinario fatte nel 2010!

Questo strumento è diventato un normale fattore di programmazione, senza il quale dovrebbero essere chiusi dei servizi. L’Azienda inoltre tende a non riconoscere l’intero pagamento delle ore svolte.

Spesso non viene rispettata la pausa per il recupero psico-fisico di 11 ore tra un turno e l’altro di lavoro (previsto dal decreto legge n.66/2003, art.7 e dal CCNL), ma ancora più grave è la riduzione delle presenze in servizio in molti reparti (anziché 6 infermieri per turno, la norma è ormai 5 o addirittura 4 infermieri) con rischi di non poter più garantire adeguate prestazioni ai ricoverati, specialmente nei turni notturni di alcuni reparti.

Fp/Cgil e Uil/Fpl chiedono innanzitutto che sia ripristinata con urgenza la consistenza organica con nuove assunzioni e si apra un serio confronto sull’organizzazione del lavoro. I sindacati chiedono l’assunzione di almeno 60 infermieri, 35 amministrativi, 40 Oss, e di altre figure professionali dove si registrano carenze (tecnici, ostetriche, educatori, assistenti sanitarie) almeno per garantire il rispetto dell’intervallo di legge tra un turno di lavoro e l’altro.

Infatti in una situazione di tali carenze di personale e risorse calanti (dovuti alle finanziarie estive del Governo Berlusconi che si abbattono sul bilancio della sanità regionale di 7,5 miliardi tagliandone 1,5 miliardi) e in vista dell’applicazione del nuovo Piano Attuativo Locale, è altrettanto indispensabile mettere mano all’organizzazione del lavoro definendo modelli assistenziali che coinvolgano i professionisti nella programmazione delle attività.

La riorganizzazione dei piani di lavoro si rende necessaria per continuare a rispondere adeguatamente ai nuovi bisogni emergenti della cittadinanza.

Oggi i sindacati registrano invece un’azione unilaterale dell’Azienda improntata all’utilizzo di una flessibilità estrema degli operatori, senza la necessaria formazione degli stessi, e con rischi per la sicurezza degli lavoratori e dei pazienti.

Da mesi l’Azienda non risponde alle richieste dei lavoratori in materia di diritti individuali: dai permessi retribuiti alle aspettative non retribuite, dal trattamento della maternità alle gravi patologie e assenze per malattia, dall’orario di lavoro al riconoscimento delle indennità contrattuali compreso l’accesso alla mensa.

Tutti argomenti che riguardano ricadute importanti sul trattamento economico dei lavoratori ma anche, e soprattutto, che hanno risvolti decisivi sulla vita delle persone, specialmente in un momento così grave come quello che sta attraversando la nostra società.

Anche sugli orari di lavoro le azioni dell’Azienda sono andate oltre il dettato contrattuale, operando in modo illegittimo e in alcuni casi arrivando a modificare il cartellino orario (sostituzioni di permessi con ferie).

E’ necessario ripristinare in Azienda Usl costruttive relazioni sindacali che da mesi si limitano alla mera informazione rispetto alle scelte aziendali. Questo significa negare il confronto con sindacati e lavoratori, ostacolando l’adesione agli obiettivi di cura da parte di chi deve poi realizzarli quotidianamente.

Una volta proclamato lo stato di agitazione, nei servizi pubblici essenziali è d’obbligoil tentativo di raffreddamento da parte del Prefetto.  Nei prossimi giorni le parti saranno dunque convocate dal Prefetto di Modena e si procederà al tentativo di comporre la vertenza. I sindacati auspicano un esito positivo dell’incontro, ma se non verranno risposte alle richieste di lavoratori e sindacati, si procederà inevitabilmente a dare corso allo stato di agitazione.

(Fp/Cgil Uil/Fpl Modena)