Tradizione, freschezza, qualità delle materie prime, cura della lavorazione: sono queste le ragioni per cui a Natale si scelgono i dolci realizzati da 42.633 pasticcerie e panifici artigiani attivi nel Paese. Secondo la rilevazione di Confartigianato sono ben 7.468.607 le famiglie italiane che a Natale porteranno in tavola dolci artigiani. I più golosi di specialità artigiane legate alle prossime festività si trovano in Lombardia, con 1.300.601 famiglie che li prediligono rispetto ai prodotti industriali, e a Milano con 443.906 famiglie orientate su questa scelta. Seguono, a livello regionale, Campania, Sicilia, Piemonte e al quinto posto l’Emilia Romagna con 557.748 famiglie, parti al 7,5% della popolazione totale della nostra regione.
E mentre i produttori artigianali mantengono alta la qualità si preoccupano anche di mantenere, i prezzi sotto controllo: Confartigianato fa rilevare che, nonostante i rincari delle materie prime alimentari (il prezzo dello zucchero è aumentato del 16%, quello della farina del 7,3%, quello del burro del 6,7% e quello delle uova del 3,5%) i pasticceri artigiani si sono impegnati a contenere gli aumenti al 2,6%, quasi un punto in meno rispetto al 3,4% del tasso di inflazione registrato nello stesso periodo. “L’impegno dei nostri pasticceri di non aumentare i prezzi – dichiara il Presidente di Confartigianato Emilia Romagna Marco Granelli – è la dimostrazione del senso di responsabilità di una intera categoria che, consapevole del momento difficile vissuto da molte famiglie, sceglie di non accrescere il proprio margine di guadagno pur garantendo la stessa qualità. Una scelta che secondo il sondaggio effettuati tra i pasticceri dovrebbe premiare i nostri artigiani ed anche la riscoperta di dolci tradizionali come il Certosino e il Panone di Natale a Bologna, i tortelli di Natale al forno o fritti di Modena e Reggio Emilia, la Spongata a Parma. Modena e Reggio Emilia”.
La passione degli italiani per i prodotti alimentari artigiani dura tutto l’anno e, tra settembre 2010 e settembre 2011, ha contribuito a far aumentare dell’1,4% il numero delle imprese, pari a 1.227 aziende in più. Una crescita che porta a 88.732 le imprese artigiane del settore alimentare, con 260.609 addetti, in cui operano panificatori, pasticcerie, produttori di pasta fresca, laboratori di cioccolato, norcinerie, attività di lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi, produttori di olio e di specialità lattiero-caseari, gelaterie, torrefazioni, produttori di vini, grappe, birre artigianali. Le regioni dove nell’ultimo anno si è registrato il maggiore aumento di imprese artigiane del settore alimentare sono la Lombardia (+4%), seguita dall’Umbria (+ 2,8%), dal Piemonte (+ 2%), dal Veneto (+ 1,9%), dall’Emilia Romagna (+ 1,6%) e dall’Abruzzo (+ 1,5%). A livello provinciale il boom di artigiani specializzati nell’alimentazione si registra a Lodi (+8,8%), Milano (+6,9%), Enna (+6,3%), Monza e Brianza (+5,1%), Pesaro e Urbino (+5%).
Analizzando la dinamica delle imprese per territorio si osserva che la crescita più accentuata del numero di imprese artigiane dell’alimentazione si riscontra in Lombardia con un aumento nell’ultimo anno del 4,0%, seguita dall’Umbria con il 2,8%, dal Piemonte con il 2,0%, dal Veneto con l’1,9%, dall’Emilia Romagna con l’1,6% e dall’Abruzzo con l’1,5%. Al 30 settembre 2011 in Italia vi sono 372 cioccolatieri artigiani, specializzati esclusivamente nella lavorazione del cacao e nei prodotti in cioccolato. Le regioni con la maggiore presenza di questi laboratori sono la Campania che ne conta 74, il Piemonte con 60, la Sardegna con 30 e l’Emilia Romagna e la Lombardia entrambe con 26. Tra le regioni con una maggiore presenza di artigiani specializzati nel cioccolato la crescita maggiore nel corso dell’ultimo anno si registra in Sicilia (+14,3%), seguita dalle Marche (+11,1%), dalla Lombardia (+8,3%), dal Veneto (+4,3%) e dalla Sardegna (+3,4%). Le dieci province con la maggiore diffusione di laboratori di cioccolateria sono Torino con 31 imprese, seguita da Avellino con 28, da Napoli con 28, da Cuneo con 19, da Nuoro con 17, da Salerno con 11, da L’Aquila, Roma e Genova con 9 e Forlì – Cesena con 8.