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Orari commercio: Filcams Flai Filt ER contro deregulation

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“La liberalizzazione totale ed indiscriminata degli orari e dei giorni di apertura degli esercizi commerciali è un provvedimento sbagliato perché non corrisponde alle problematiche del settore distributivo né a quelle più generali del Paese”. Lo affermano in documento comune le categorie regionali Cgil Emilia Romagna del commercio Filcams, dell’agroindustria Flai e dei trasporti Filt, convinte che per rilanciare la domanda interna – favorendo la crescita contro la recessione – non serva la deregulation degli orari commerciali, ma sia invece necessario aumentare “il potere di acquisto dei salari e delle pensioni, agendo sul sistema fiscale e rinnovando tempestivamente i contratti di lavoro”.

Le tre categorie segnalano gli effetti negativi del provvedimento Monti: “nessun aumento dei consumi, ma solo uno spostamento delle vendite dalle giornate feriali a quelle festive e delle quote di mercato verso la grande distribuzione organizzata-Gdo”; l’esasperata competizione verso i piccoli negozi che saranno costretti a chiudere; la conseguente perdita di posti di lavoro e nella Gdo “un ulteriore peggioramento delle condizioni di lavoro e della qualità di vita per i dipendenti, in gran parte donne, già oggi impegnati con orari impossibili e magri salari”. Sono prevedibili e preoccupanti – secondo i tre sindacati – una maggiore pressione su un welfare locale già in affanno, la decimazione del piccolo commercio di vicinato nei centri storici e nei quartieri, il maggior costo per le aperture domenicali che verrà scaricato sui prezzi al consumo.

Non solo: la politica commerciale aggressiva della Gdo punterà ad attrarre il consumatore nelle giornate festive, provocando “inevitabili effetti anche sulle lavoratrici e sui lavoratori occupati nella filiera agroalimentare, nei trasporti e nella logistica,” alterando “i rapporti contrattuali tra produzione e distribuzione”. Anche in questi settori, dunque, verrà richiesta maggiore flessibilità ai dipendenti e cresceranno i processi di esternalizzazione “che, oramai in troppi casi, sono al limite dello sfruttamento e della legalità”.

Filcams, Flai e Filt regionali vogliono contrastare l’idea “che liberalizzare significhi assenza di regole e mercato selvaggio” e ritengono che siano invece da privilegiare “la qualità del servizio e dei prodotti, la sopravvivenza del commercio di prossimità, una dinamica dei prezzi equilibrata e il rispetto di condizioni dignitose di lavoro e dei rapporti familiari, delle lavoratrici e dei lavoratori dell’intero settore.”

Per tutte queste ragioni i tre sindacati considerano “indispensabile una modifica delle norme introdotte dai provvedimenti del governo” e sollecitano “un sistema di regole condivise”, prodotto dalla concertazione territoriale con le parti sociali, “mantenendo l’autonomia legislativa delle Regioni e il ruolo regolamentare delle amministrazioni locali” per perseguire l’obiettivo di un modello di sviluppo sostenibile anche in ambito commerciale”.