Si è appena svolta la mattinata di celebrazione del 25 aprile a Casalgrande. Dopo il tradizionale alzabandiera di fronte al Municipio, con il gruppo Alpini di Casalgrande, vi è stata la Santa Messa, nella chiesa della Madonna del Lavoro. Dopo il corteo, con la deposizione della corona ai Caduti della Resistenza, il sindaco Andrea Rossi e il presidente provinciale dell’ANPI Giacomo Notari, hanno tenuto il loro discorso di saluto.
Per il sindaco Rossi:
«Saluto con affetto e orgoglio il presidente Notari, per la scelta fatta di essere qui a Casalgrande, a celebrare l’anniversario della Liberazione, all’indomani della conclusione di una causa legale importante che lo ha visto recentemente coinvolto. Notari è stato finalmente assolto senza riserve, dall’accusa di diffamazione a mezzo stampa nei confronti del capitano fascista della Gnr (Guardia nazionale repubblicana) Pietro Azzolini. Sono orgoglioso del fatto che Notari possa festeggiare in una data così importante, l’esito di un processo che era finalizzato alla revisione storica dei fatti accaduti durante la Resistenza.
Questa assoluzione è una vittoria per la Liberazione e per il valore che rappresenta in un territorio come il nostro, dove si è scelto di approvare un provvedimento per tutelare la verità storica dagli innumerevoli tentativi di revisionismo, e offrire alle nuove generazioni un chiaro messaggio di resistenza civile e morale. Con il provvedimento si nega la possibilità di accedere a spazi pubblici o sedi istituzionali, alle associazioni che promuovono l’odio razziale e in genere ogni forma di esclusione sociale. A questo impegno dell’amministrazione, colleghiamo il fatto che Casa Pound rivendica la libertà d’associazione e di manifestazione: ma noi non ci facciamo intimidire, sappiamo di essere nel mirino, da parte di questa sedicente associazione di estrema destra, da quando questo provvedimento è stato approvato.
E d’altra parte ribadiamo con forza che proprio la parola libertà –tanto sbandierata a vessillo, ma credo inconsapevolmente, da Casa Pound- trova la sua massima espressione nel periodo della Resistenza, e dai valori da essa perseguiti. E allora di quale libertà parla Casa Pound? Quale lezione di libertà intende darci? Noi non abbiamo mai avuto dubbi su chi si trovasse dalla parte dei giusti, e di fronte a qualsiasi tentativo di farci accettare una revisione politica che è per sua natura anti-storica, con una società impregnata di solidi principi come la nostra, siamo pronti a fare valere le nostre ragioni, perché non abbiamo dubbi da che parte stare…»
«Se si discute ancora del 25 aprile, per affermarne o per negarne il valore civile e identitario, è proprio perché quella data è ancora vitale, così come lo è, in queste terre, il ricordo vivido della Resistenza. È stato un periodo che ha visto tanti dei nostri cittadini, che purtroppo oggi non possono essere qui con noi, impegnarsi coraggiosamente: e infatti è venuto a mancare pochi mesi fa -persona che mai, in tutti questi anni, si era perduto questo appuntamento- il partigiano Anacleto Guidelli, dal significativo nome di battaglia Sputafuoco.
La Resistenza italiana -evento unitario al quale hanno partecipato uomini di diverso convincimento- ha saputo superare ogni particolarismo per divenire un momento di profonda solidarietà umana. È questo è un dato che, nonostante la facile demagogia dei movimenti come Casa Pound, è impossibile cancellare, perché la storia d’Italia non si cancella; così come non è possibile cancellare quelle giornate che rappresentarono, per il popolo italiano e per molti popoli d’Europa, la riconquista e la riscoperta della libertà come bene supremo, consacrato dalla Costituzione repubblicana.
La parola libertà la conosciamo bene, e la pratichiamo con assiduità nella vita di tutti i giorni, in quello che è lo svolgimento di un percorso istituzionale e democratico, cercando di essere di appoggio e supporto ai nostri cittadini e contribuendo a rinsaldare un società che si trova in piena crisi».
Per il presidente Notari:
«Ringrazio il sindaco per avere preso posizione contro le rinascenti organizzazioni fasciste che spuntano sul nostro territorio e nel Paese. Il 25 aprile segna il tramonto di due spietate dittature che hanno riempito le carceri e le località di confino. Il nostro primo pensiero va ai 626 partigiani caduti della nostra provincia e ai 6.000 soldati reggiani rimasti nei campi di concentramento.
Sono quasi settant’anni che il nostro Paese vive in pace, e ha conosciuto lo sviluppo economico e sociale. Oggi, di fronte alle difficoltà, noi partigiani ci chiediamo se valeva la pena fare tanti sacrifici. Ma abbiamo un lascito da affidarvi, una grande eredità che va difesa: le donne italiane hanno potuto esprimere per la prima volta il loro voto, la Costituzione ha garantito per la prima volta il diritto alla salute e allo studio. Certo che la nostra speranza di partigiani era di dare alla moltitudine degli esclusi un pezzo di pane più grande, mentre oggi vediamo che le ricchezze sono concentrate nelle mani di pochi. Il paese è povero per molti, ma ricco per tanti, e ci sono tanti piccoli gruppi che invocano l’uomo forte, che abbiamo già conosciuto nei tempi bui.
Occorre rilanciare l’economia come allora, quando abbiamo ricostituito il nostro Paese. Oggi noi partigiani vecchi non siamo più in tanti, ma richiamiamo l’attenzione sull’unità del Paese e sulla necessità di dare speranza ai giovani e di garantire lavoro per tutti. Nel 1943 siamo stati all’altezza della situazione, questa è la sagra della Liberazione!”.
Al termine dei discorsi vi è stato il concerto della Fanfara dei Bersaglieri. La festa continua nel pomeriggio con la «Pedalata per la pace» che dal parco Amarcord attraversa le frazioni di Villalunga e Salvaterra per ritornare poi in piazza Ruffilli.