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Reggio: da giovedì 10 maggio si ferma l’attività del termovalorizzatore di Cavazzoli

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Come previsto, questa settimana è stata l’ultima per le attività dell’impianto di via dei Gonzaga. Da giovedì 10 maggio il termovalorizzatore è fermo e i rifiuti reggiani saranno smaltiti nelle discariche di Poiatica e Novellara in attesa della messa in funzione del nuovo impianto TMB prevista per il secondo semestre 2015.

Nell’area dell’attuale termovalorizzatore sarà presente un rinnovato impianto di compattazione dei rifiuti per ridurre il flusso veicolare verso le due discariche.

L’impianto è stato attivato dal 1968, quando le Amministrazioni Comunali reggiane decisero di munirsi di strutture moderne per il trattamento dei rifiuti. La scelta cadde su Cavazzoli, una zona periferica, vicina alla città, allora scarsamente abitata.

Inizialmente l’impianto era costituito da due forni (in grado di bruciare rifiuti con un potere calorifico di 1150-1200 Kcal/Kg.) con griglia di combustione a gradini, alimentata da tramogge e spintori posti nella parte superiore della camera di combustione.

Nei suoi 44 anni di vita l’impianto ha avuto una continua evoluzione, sia nella struttura che nella gestione, supportata da studi e ricerche sempre più sofisticati, oltre che da un’adeguata scelta delle migliori soluzioni impiantistiche da adottare.

Tanti sono stati gli interventi, dal primo, nel 1979, che è consistito nell’ampliamento della fossa di accumulo dei rifiuti, per fare fronte alle modifiche nella composizione dei rifiuti, e nel provvedere alla separazione del ferro dalle scorie, fino agli ultimi per migliorarne l’efficienza e la combustione.

L’impianto non è mai stato pensato unicamente come strumento di smaltimento dei rifiuti reggiani, ma come parte integrante di un sistema che prevedeva una sempre maggiore valorizzazione del materiale raccolto (il riciclo con la differenziata, la valorizzazione energetica con l’impianto di via dei Gonzaga e il recupero energetico nelle discariche).

Nel 1985 fu realizzato l’impianto di recupero energetico, consistente in un ciclo termico a vapore che sfrutta il calore prodotto dalla combustione dei rifiuti. La valorizzazione dei rifiuti venne così completamente garantita con la produzione sia di energia elettrica che di calore per il teleriscaldamento.

Nel 1998-99 venne installato un gruppo turboalternatore (con turbina a condensazione), di potenza nominale superiore a 4,3 MWe, per incrementare ulteriormente il recupero energetico.

Parallelamente vennero effettuati ulteriori interventi per migliorare l’efficienza complessiva dell’impianto, compresa l’installazione di nuovi bruciatori per ogni camera di post combustione.

Nel 1992 si modificò il sistema di depurazione fumi per consentire l’utilizzo di bicarbonato di sodio al posto della calce con il sistema Neutrec che fece dell’impianto reggiano uno dei più evoluti in Europa.

L’ultimo intervento significativo è l’impianto di denitrificazione per l’abbattimento degli ossidi di azoto.

Nel settembre 2005 le attività connesse alla gestione del termovalorizzatore hanno ottenuto la certificazione ISO 9001:2000.

L’impianto finale è a due linee con una potenzialità di 100 tonnellate/giorno ciascuna ed è autorizzato allo smaltimento di rifiuti solidi urbani per un quantitativo massimo di 70.000 tonnellate/anno.

Può recuperare calore per 14.500.000 kcal/ora (potenzialità massima) da destinarsi alla rete del teleriscaldamento ed elettricità per 4.300 kW.

Un bilancio energetico-ambientale dell’impianto di via dei Gonzaga

Quando si chiude un impianto crediamo sia necessario tracciarne un bilancio.

Il lavoro quotidiano del termovalorizzatore ha garantito innegabilmente alcuni importanti risultati nella gestione del ciclo dei rifiuti reggiani.

Il primo è stato quello di creare un sistema integrato e flessibile che non ha legato il territorio reggiano alle sole discariche.

Nel contempo ha reso possibile la riduzione del numero complessivo di discariche necessarie: senza il termovalorizzatore i reggiani avrebbero avuto bisogno di un’altra discarica grande quanto quella di Rio Riazzone.

A questo aggiungiamo i risultati legati direttamente alla valorizzazione delle quasi 2 milioni tonnellate di rifiuti smaltiti in questi 44 anni:

– 211.237 MWh di energia elettrica

– 670.638 MWh di calore per il teleriscaldamento

– risparmiate materie prime per circa 40.000 TEP

– 100.000 tonnellate di CO2 evitate.

Va ricordato che le attività dell’impianto, a partire dalle quantità e dalle tipologie di rifiuti da smaltire, sono sempre state regolate da precise autorizzazioni delle Autorità competenti.

La presenza dell’impianto e il suo impatto ambientale sono stati oggetto dei controlli e dei monitoraggi previsti dalle normative e di periodiche indagini da parte delle Autorità Sanitarie.

Tutti i dati sono stati resi consultabili dalle Autorità per garantire la massima trasparenza.

Dal 2005 le analisi quotidiane, a cura di ARPA, sono consultabili nel sito del Comune di Reggio Emilia.