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Gfe, cassa integrazione rinnovata per 125 lavoratori

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Rinnovata la Cassa integrazione guadagni straordinaria in deroga per i lavoratori del Gruppo Facchini Emiliano (Gfe), società cooperativa in liquidazione coatta amministrativa. L’accordo è stato sottoscritto ieri a Bologna dalla Regione Emilia-Romagna, dalla Provincia di Reggio Emilia, dal commissario liquidatore della ditta (assistito dallo Studio Bartoli e Arveda di Reggio Emilia), dalla Cgil regionale e provinciale, dalla Filt-Cgil di Reggio Emilia e dalla Rsu dell’azienda. Il rinnovo della Cigs in deroga, fino al 13 luglio prossimo, riguarda i 125 lavoratori attualmente in forza alla Gfe. Ulteriori richieste di proroga, ha dichiarato il commissario liquidatore, “saranno condizionate anche al rilascio dell’autorizzazione da parte del Ministero dello Sviluppo economico a sostenere le spese indispensabili connesse agli adempimenti obbligatori in materia di lavoro”.

“Mi auguro che gli approfondimenti richiesti al Ministero rendano possibile un’ulteriore proroga della cassa integrazione, dopo il positivo risultato raggiunto ieri grazie al dialogo e al confronto tra le istituzioni e le parti sociali”, commenta il vicepresidente della Provincia di Reggio Emilia Pierluigi Saccardi rivolgendo “un particolare ringraziamento alla Regione ed in particolare all’assessore Giancarlo Muzzarelli che, in questa difficile fase, continua a impegnarsi a favore del nostro territorio, dei lavoratori e delle aziende con tutti gli strumenti che la normativa consente”.

“L’ulteriore periodo di cassa integrazione permetterà alla Provincia di Reggio Emilia di continuare a operare, in collaborazione con i sindacati e la Rsu aziendale, per individuare percorsi formativi e corsi per i lavoratori che usufruiscono del sostegno al reddito – conclude Saccardi – Anche questo risultato conferma come il lavoro quotidiano mio e dei miei collaboratori, attraverso le azioni concrete predisposte dall’Unità anticrisi della Provincia, sia di maggiore aiuto ai lavoratori rispetto alle polemiche sterili di qualche consigliere provinciale, finalizzate più che altro a ottenere titoli sui giornali…”.