In una situazione politica difficile come quella attuale, nella quale si accentua ogni giorno di più il distacco fra i cittadini e le istituzioni, sarebbe grave che, in assenza di un accordo fra i partiti, si arrivasse alla scadenza delle elezioni politiche del 2013, senza una proposta di riforma della legge elettorale in vigore. Sarebbe cioè inaccettabile che si perpetuasse la vergogna dei parlamentari nominati dai partiti e non scelti dagli elettori.
Per questa ragione, ha affermato il Consigliere regionale del Pdl, Fabio Filippi, “plaudo all’iniziativa assunta dalla giovane parlamentare del Pdl, Giorgia Meloni, di presentare una proposta di riforma dell’attuale normativa, che preveda la reintroduzione delle preferenze”.
“Occorre – ha dichiarato Filippi – ottemperare a tre necessità: salvaguardare il bipolarismo, per una esigenza di chiarezza politica; ridurre i collegi elettorali, per avvicinare gli elettori ai candidati; assicurare agli elettori il diritto di scegliere, attraverso la preferenza, chi eleggere in Parlamento. L’attuale legge elettorale, infatti, ha aumentato enormemente il potere dei partiti rispetto agli elettori e bisogna quindi cambiarla. Gli elettori, infatti, sono costretti a votare a scatola chiusa, ossia per liste di candidati scelti esclusivamente dai partiti, senza la possibilità di esprimere una opzione alternativa a quei nomi. Questa situazione ha inoltre accentuato la dipendenza degli eletti dai partiti, al punto da ridimensionarne la rappresentatività e l’autonomia di giudizio”.
“Molti parlamentari – conclude il Consigliere –preoccupati di essere riconfermati dai loro partiti, al momento della scadenza del mandato, perdono di vista il vero compito a cui sono stati chiamati, l’impegno nei confronti dei cittadini.
La democrazia, per sua essenza, ha bisogno di verifiche e di controlli che devono essere esercitati prima di tutto dagli elettori; oggi invece questa funzione viene inopinatamente svolta dai partiti.
Ritengo che da questa situazione anomala, anche rispetto agli altri Paesi europei, si debba uscire al più presto, gli spazi di democrazia nel nostro sistema politico non possono continuare a ristringersi, altrimenti il rischio è che a decidere non siano più nemmeno i partiti, ma i ‘salotti’ della politica.
I cittadini hanno il diritto inalienabile di scegliere, attraverso la preferenza, chi eleggere in Parlamento e non è accettabile che i partiti sottraggano loro tale diritto”.