“Primo indizio: in Emilia Romagna il Pdl, su quattro ballottaggi, aveva portato al secondo turno un solo candidato a Piacenza. Secondo indizio: negli altri tre era stato sostituito dai grillini contro il Pd. Terzo indizio: Parma e Comacchio erano governati dal Pdl e ora sono in mano ai grillini. Quarto indizio: a Budrio la sinistra, pur a fatica, mantiene il Comune dall’assalto grillino. Da questo quadro desolante esce un’unica conferma, dopo la già pesante debacle del primo turno: il PdL in Emilia Romagna non esiste più. Difficile consolarsi con il risultato non positivo rimediato nel resto del Paese. Oggi la regione rossa per eccellenza è il laboratorio politico di chi vuole un’Italia dove i moderati sono relegati alla marginalità. Recuperare una situazione di questo tipo sarà difficilissimo in un quadro politico in grande movimento, che vede sempre più emarginata l’azione politica del PdL. Anche lo storico ‘zoccolo duro’ degli elettori del centrodestra ha deciso di punire severamente il Pdl. Tentare di incolpare i candidati, o il Governo Monti, renderà solo più difficile valutare lo stato di profonda crisi ed il pericolo che una situazione del genere può creare a chi è alternativo alla sinistra. Aprire una franca discussione a tutto campo, che abbia anche il coraggio di rimettere in discussione l’esistenza stessa del Pdl, è l’unica strada da percorrere e non si può più rinviare”.
E’ articolata l’analisi dell’On. Isabella Bertolini, Vicepresidente dei Deputati del Pdl, sulla situazione di estrema marginalità del Pdl e del centro destra dopo i risultati elettorali in Emilia Romagna, dove, su quattro ballottaggi, in tre Comuni a contendersi la vittoria è stato il Pd contro i grillini.