“Con la determinazione di un gruppo affiatato, che conosce bene il movimento rotellistico e, comunque, con tutta l’umiltà del caso, stiamo lavorando a un progetto a lungo termine che ha l’obiettivo di riportare le rotelle, nella nostra provincia, al livello che meritano. Abbiamo già incontrato i rappresentanti di alcune società sportive e le reazioni sono state positive, tanto che entro la fine di settembre presenteremo nel dettaglio la proposta che in questi giorni sta prendendo forma. Costruiremo un percorso con regole condivise e chiare”, sono le parole, misurate e convinte del presidente della società di pattinaggio a rotelle Roller Modena, Davide Malagoli, oggi imprenditore, ieri atleta con un passato costellato da importanti successi sia nella corsa sia nell’hockey, culminati con la partecipazione alle Olimpiadi del 1992.
Niente proclami, nel mondo dello sport se ne ascoltano sin troppi, piuttosto il desiderio profondo e ragionato, di sostenere un movimento che nel passato ha dato davvero molto a Modena, e oggi invece fatica a trovare la giusta dimensione. Quattro i principi su cui si fonda la proposta della società Roller Modena: programmazione, allargamento del numero dei praticanti, trasparenza ed equilibrio economico nella gestione, collaborazione tra le società sportive presenti sul territorio. “Anche nello sport non esistono scorciatoie: quando si parla di sport, ancor più se ci riferiamo a uno sport che non è seguito dal grande pubblico, serve prima di tutto una rigorosa programmazione, sia a livello tecnico che dirigenziale. Il modello non può essere che quello di un’azienda, sia pure con quel quid in più che solo lo sport è in grado di offrire – prosegue Davide Malagoli – Se vogliamo costruire un futuro per le discipline su rotelle, dobbiamo prima di tutto allargare il numero dei praticanti, potenziando ulteriormente il progetto che da anni a Modena porta il pattinaggio negli asili e raggiungendo aree geografiche in cui oggi è poco praticato.”
Il progetto della Roller Modena, che apertamente è anche un invito alla riflessione da parte dell’intero movimento rotellistico gialloblu, si sviluppa nel lungo periodo: dopo aver rinvigorito la base dei praticanti, aumenterà anche il numero dei potenziali atleti che, crescendo, potranno scegliere a quale disciplina dedicarsi. “Successivamente si dovrebbe creare un soggetto “super partes” con l’intento di raccogliere il meglio delle giovani speranze dei club che avranno scelto di condividere la nostra filosofia. Sarà il modo più semplice per dare nuova linfa alla presenza modenese nelle competizioni di alto livello, continuando a lasciare piena autonomia alle società legate al progetto” prosegue Malagoli.
Roller Modena vorrebbe applicare questo modello anche all’hockey, partendo dalla considerazione che sognare una squadra di serie A, quando si hanno meno di trecento praticanti in tutta la provincia, ha davvero poco senso. Puntare oggi, a qualunque costo, a una squadra di vertice significherebbe mettere in atto un’operazione avulsa dal territorio, con il fiato corto e legata esclusivamente alla presenza di uno sponsor pronto ad aprire (per quanto tempo?) i cordoni della borsa.
“Di buchi economici ne sono già stati fatti, in alcuni casi le ferite, sportive e finanziarie, sono ancora aperte. Spero che questo insegni qualcosa a tutti noi e ci aiuti ad evitare gli errori già commessi. Per questo sosteniamo che ci deve essere un progetto tecnico basato su una filosofia comune e su un movimento vero e radicato, non dimenticando che dietro ad ogni grande vittoria ci sono migliaia di giovani che ogni giorno si allenano per ottenerla. Vogliamo costruire un movimento solido, con un futuro altrettanto solido” conclude Davide Malagoli.