Giovedì, 6 settembre, alle 16,30, nella sala principale del Museo storico della Linea gotica nella Rocca di Montese, si svolgerà una seduta del Consiglio comunale aperto, nel corso del quale il prefetto di Modena, Benedetto Basile, consegnerà al Comune di Montese la medaglia di bronzo al merito civile conferita dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con la seguente motivazione: «Centro strategicamente importante, occupato dalle truppe tedesche, subiva una sanguinosa battaglia, preceduta da cannoneggiamenti, incursioni aeree e bombardamenti che causarono numerose vittime civili e la totale distruzione del patrimonio edilizio. La popolazione seppe sopportare con grande spirito di sacrificio le dure prove della guerra e si adoperò poi nella difficile opera di ricostruzione. Chiaro esempio di elette virtù civiche ed amor patrio».
Interverranno, oltre al Prefetto, il Presidente del Consiglio Regionale Emilia Romagna Matteo Richetti, il Presidente della Provincia di Modena, Emilio Sabattini e autorità civili e militari. Invitati anche i sindaci dei comuni limitrofi che furono teatro di guerra.
Montese fu il territorio della provincia di Modena più devastato dal passaggio della seconda guerra mondiale: 833 le case distrutte su 1.121, 189 i civili morti fra i quali molti capifamiglia, oltre 700 fra feriti e mutilati dallo scoppio di mine o di altri ordigni bellici. Subì l’occupazione nazista per oltre otto mesi. Il capoluogo e gran parte delle sue frazioni, in particolare Iola, Castelluccio, Maserno, erano toccati dal margine nord della “Linea verde 2”, la seconda linea di difesa che i tedeschi avevano approntato per dare profondità alla prima, la “Gotica” o “Linea Verde 1”.
La popolazione di Montese visse con gli occupanti tedeschi dall’estate del 1944 all’aprile 1945 e per oltre sei mesi si trovò fra il fuoco alleato e germanico. Prima di lasciare le proprie case a seguito dell’ordine di sfollamento visse giorno e notte in rifugi di fortuna e persino all’interno delle fogne comunali. Ad aggravare la situazione arrivò un’epidemia di difterite che provocò vittime. Diventò impossibile celebrare i funerali a causa dei continui bombardamenti: i cadaveri, pietosamente composti entro quattro assi inchiodate alla meglio, trovano sepoltura nelle vicinanze delle case, nell’orto, sotto al portico.
Montese paese fu liberato dalle truppe della Forza di spedizione brasiliana il 14 aprile 1945 al termine di una battaglia sanguinosa, preceduta da mesi di cannoneggiamenti, incursioni aeree e bombardamenti. Si combatté sui monti a nord del paese di Montese fino alla notte tra il 18 e il 19 aprile quando i tedeschi iniziarono a ritirarsi verso la pianura.
MONTESE, DOPO LA GUERRA TANTI POVERI
Nel 1947 una popolazione di 6979 abitanti 3187 erano bisognosi, 845 i poveri e 258 gli indigenti.
Nella lettera inviata il 27 febbraio 1947 dal Comitato comunale UNRRA di Montese al Prefetto e presidente dell’UNRRA provinciale di Modena, si legge:
La popolazione sfollata dal teatro di guerra è restata spogliata di tutto: quello che non fu devastato, venne razziato dai tedeschi in fuga. Quasi tutte le famiglie gettate sul lastrico vivono di uno stato di vera indigenza.
Nel testo della missiva veniva illustrata anche la situazione socio economia del comune al febbraio 1947. A quella data, il totale dei bisognosi era di 3187 su una popolazione di 6979 unità: 644 i disoccupati, 1440 i sinistrati e reduci, 845 i poveri, 258 gli indigenti assistiti dall’Ente comunale assistenza (Eca).