La nomina del nuovo Vescovo della Diocesi di Reggio Emilia e Guastalla rappresenta un evento importante per tutta la comunità reggiana, non solo quella cattolica. Per la Chiesa reggiana è un momento particolarmente importante visto che si sta decidendo il successore dell’attuale Vescovo Adriano Caprioli.
A questo proposito ho letto con interesse quanto ha scritto sulla stampa Don Franco Ranza, parroco della Chiesa di San Francesco: “Sarebbe una vera sconfitta la nomina di un amministratore apostolico. Un amministratore, in quanto tale, non è mai il padre della comunità. Un amministratore significa provvisorietà prolungata nella nostra Diocesi”.
La fase preparatoria alla successione dell’attuale Vescovo sta mobilitando idee e persone, nel quadro di un dibattito pastorale che però mi sembra limitato ai vertici della gerarchia ecclesiastica locale.
Per questo mi è apparso interessante quanto ha scritto Don Ranza: dopo aver ricordato che la Chiesa è anche popolo di Dio si è chiesto perché, in occasione della nomina del nuovo Vescovo, non si sia pensato di interpellare i parrocchiani della Diocesi.
A questo proposito Don Ranza si è chiesto: “Il popolo di Dio è muto, non ha diritto di ascolto?”.
La nomina del nuovo Vescovo è un fatto rilevante che merita l’attenzione di tutti: un segno di discontinuità potrebbe aprire un dialogo fruttuoso con tutto il popolo dei fedeli, anche con quelli che in passato hanno avuto occasione di esprimere dubbi e perplessità sulla conduzione della Chiesa reggiana.
Fabio Filippi