Il terremoto non diventi un pretesto per licenziamenti individuali e/o collettivi. Lo afferma la Fim-Cisl della Bassa Modenese, che ammonisce le aziende del territorio a non approfittare del sisma per alleggerire i propri organici. «Ci sono diversi lavoratori che hanno dovuto allontanarsi causa l’inagibilità della propria abitazione o per la paura delle scosse – spiega Alessandro Gamba, sindacalista della Fim-Cisl di Mirandola – Ebbene, alcune aziende del territorio, per fortuna non tutte, hanno colto questa occasione per ridurre ancora una volta i costi a scapito di qualche lavoratore “scomodo” o per diminuire la manodopera. Come? Licenziando per assenza ingiustificata. Un comportamento purtroppo prevedibile, ma non accettabile».
Il sindacato metalmeccanici della Cisl comprende che le imprese devono continuare a produrre, ma allo stesso tempo invita i datori di lavoro a capire che in questo periodo molti lavoratori devono affrontare gravi problemi personali e familiari; per non parlare delle difficoltà economiche causate, in qualche caso, dal mancato anticipo da parte delle aziende dell’indennità della cassa integrazione per evento sismico. «La Fim offre ogni tutela a tutti i lavoratori ingiustamente licenziati ed è pronta a sostenerli in eventuali vertenze nei confronti di quelle aziende che li hanno strumentalmente lasciati a casa. Prima di arrivare a queste misure, però, invitiamo i datori di lavoro a comportamenti socialmente responsabili e – conclude Alessandro Gamba – a riprendere l’attività senza scaricare sui dipendenti gli oneri della ricostruzione».





