I contenuti e i toni dell’Assessore Sitta, che in questi giorni invade l’informazione locale, sono come sempre quelli di chi non ammette dissensi. Nel documento “Linee di indirizzo di politiche e progetti per lo sviluppo di Modena”presentato in Consiglio comunale, alla “città in crisi”, l’Assessore risponde con un progetto onnicomprensivo che articola taumaturgiche soluzioni per la rinascita cittadina.
I centri commerciali aperti 7 giorni su 7 svuotano i centri storici? Le aperture festive le facciano anche i negozi del centro storico!
Gli esercizi commerciali pagano la recessione economica con un evidente flessione delle vendite? Aumentino l’orario e i giorni di apertura!
Il Centro storico si spopola? Spazio ai dehors e ai sottofondi musicali!
Ma se la diminuzione delle risorse economiche è la causa principale dell’allontanamento delle persone dai negozi, come si può pensare che la risposta stia nell’aumento dell’offerta del tempo di apertura, che incide sui costi di gestione, scavalcando per di più necessità e diritti dei lavoratori di un settore già ipersfruttato?
E come si può pensare di affrontare una crisi strutturale con microinterventi estemporanei?
Rivoluzione Civile, nella consapevolezza che la crisi economica ha ricadute profonde sulla vita delle persone, pensa a un modello economico, sociale e culturale diverso: che valorizzi la consapevolezza dei cittadini piuttosto che la rimozione dei problemi; che intrecci i bisogni collettivi coi diritti individuali; che preveda modi, tempi e consumi a misura d’uomo; che articoli risposte pubbliche sostanziali e soluzioni condivise frutto dell’ascolto delle parti; che allenti la competizione e favorisca l’incontro tra le diverse esigenze, e soprattutto che tenga in considerazione tutto questo nell’utilizzo delle risorse pubbliche. Modena ha bisogno di un salto di qualità che porti concretezza nelle politiche di sviluppo della città, non di marketing di “bassa lega” per nascondere pochezza di contenuti.
(Il Comitato modenese Rivoluzione Civile)