Home Lavoro Fabio Filippi: “Mariella Burani Fashion Group e i suoi dipendenti”

Fabio Filippi: “Mariella Burani Fashion Group e i suoi dipendenti”

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Sono molto preoccupato e dispiaciuto per i 132 dipendenti dell’azienda Mariella Burani Fashion Group di Cavriago che attendono di sapere quale sarà il loro futuro, dopo il commissariamento dell’azienda e l’avvio della procedura fallimentare messa in atto dai curatori.

Comprendo le inquietudini dei dipendenti e condivido il fatto che, di fronte alla grave crisi aziendale della Mariella Burani Fashion Group, le istituzioni, fra i quali il Comune di Cavriago, il Comune e la Provincia e Reggio Emilia e la Regione Emilia-Romagna, siano sostanzialmente rimasti alla finestra, ottenendo scarsi risultati per favorire una ricollocazione dei dipendenti. Sembra infatti che le suddette istituzioni abbaino proposto ai lavoratori della Burani Fashion Group, che sono ad un passo dal licenziamento, corsi di cucina o di contabilità. Dopo l’esercizio provvisorio che si concluderà il prossimo 28 febbraio i dipendenti saranno messi in cassa integrazione fino alla prima settimana di giugno, per poi entrare in mobilità: condizione che spesso rappresenta l’anticamera del licenziamento. Non solo i dipendenti rischiano di essere messi sulla strada, ma anche le loro famiglie, senza contare l’effetto domino che questo fallimento potrebbe causare nel settore dell’indotto, che interessa decine di piccole aziende. Comprendo anche l’amarezza di questi lavoratori espressa in una lettera inviata ai giornali, nella quale si parla di “disastroso commissariamento servito solo a buttare soldi pubblici e di un anno di curatori fallimentari che hanno fatto il possibile, ma data la precedente situazione non hanno trovato nessuno disposto ad acquisirci”. Per questa mi propongo di presentare un’interrogazione per conoscere cosa intende ulteriormente fare il governo della Regione Emilia Romagna per dare una risposta alle diverse situazioni di crisi aziendali in corso, compresa quella della Mariella Burani Fashion Group, specie nel campo della ricollocazione dei dipendenti: nello specifico, non andrebbe trascurato il fatto che molti di loro sono portatori di esperienze professionali, di qualifiche e di competenze che potrebbero essere riutilizzate nel settore tessile e manifatturiero.

Fabio Filippi