Con la fine del mese di febbraio si è chiuso anche l’inverno meteorologico e giunge così il tempo di bilanci sul clima che ha caratterizzato questa stagione invernale 2012/2013 grazie ai dati forniti dagli esperti dell’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.
Febbraio 2013
Per iniziare è bene fare un quadro a partire proprio dal mese di febbraio che si è concluso con una temperatura media mensile di 4.0°C, inferiore alla media del trentennio 1981-2010 (+5.3°C), che risulta essere comunque molto meno rigida della media registrata nel febbraio 2012 dominato meteorologicamente dal cosiddetto “nevone”, allorché la media fu di soli 2.5°C.
Guardando più dettagliatamente le temperature i giorni estremi vanno da -0.5°C del giorno 10, giorno più freddo del mese, ai +10.9°C della massima mensile avutasi il giorno 4. Decisamente più estremo il 2012 quando si scese fino a -7.0°C il 6 febbraio, mentre a fine mese si toccarono i +17.9°C. Andando ulteriormente indietro nel tempo, traviamo gli estremi storici del gelido febbraio 1929 (-14.0°C), che contrasta col tiepido febbraio 1990 (+21.9°C).
Abbondanti le precipitazioni con 73.9 mm complessivi, raccolti dal pluviometro della stazione storica dell’Osservatorio Geofisico universitario sul torrione orientale del Palazzo Ducale, che rappresentano un valore più che doppio rispetto ai 31 mm della media del trentennio 1981-2010. Quasi tutte queste precipitazioni sono state nevose, tanto che la somma delle singole nevicate ammonta a 69 cm, che pongono il recente inverno non lontano dai 72 cm del 2011/2012. Un nuovo e importante dato, di cui presso l’Osservatorio Geofisico di Modena si è ripresa la misura, è quello dell’eliofania o “ore di sole”: in febbraio il sole è stato sgombro da nubi per complessive 104.1 ore, contro le 290 ore teoricamente disponibili di “eliofania astronomica” e, dunque, il soleggiamento relativo è stato del 35%.
Inverno 2012/2013
Nel complesso l’inverno 2012/2013 è stato piuttosto “piatto”, con una media stagionale è di 3.9°C, e temperature medie mensili molto simili nei tre mesi della stagione invernale: +3.5°C a dicembre, +4.2°C a gennaio e +4.0°C in febbraio.
“Interessante – ha spiegato Luca Lombroso, esperto meteorologo dell’Osservatorio Geofisico universitario – il confronto con il passato. La temperatura media del trentennio 1961-1990 (periodo considerato ancora poco influenzato dal global warming e utilizzato nello studio dei cambiamenti climatici) è di 3.4°C, mentre nel trentennio più recente 1981-2010 (periodo più rappresentativo del clima attuale) è salita a 4.3°C a fine XX secolo. Quello appena trascorso sarebbe stato un inverno più mite della norma mentre oggigiorno, col riscaldamento globale, è divenuto un inverno relativamente freddo”.
Dopo mesi di siccità e scarse piogge, l’inverno 2012/13 è stato ricco di precipitazioni: 179.4 mm rispetto ai 114.1 mm medi del periodo. Nulla di straordinario in quanto già il 2009/10 troviamo precipitazioni più abbondanti. E’ però riguardo le nevicate che si trovano le sorprese: complessivamente la “stagione fredda 2012-2013 ” assomma finora a 94 cm di neve, che batte la passata stagione, allorché la somma si arrestò a 83 cm di neve, ed anche il 2003/04 in cui si accumularono 93 cm. Le precipitazioni nevose dell’ultimo inverno restano, tuttavia, inferiori al 2009/2010 quando scesero ben 113 cm, che è stata con l’inverno1932/33 la stagione più nevosa della storia meteorologica modenese degli ultimi 180 anni. La media di altezza neve dell’ultimo trentennio 1981-2010 è stata di 29.8 cm, ma negli ultimi 5 anni si è avuta una media di precipitazioni di 68.9 cm, che costituiscono il lustro più nevoso dagli anni 1950!
“La differenza sostanziale – ha commentato Luca Lombroso dell’Osservatorio Geofisico universitario di Modena – è che gli inverni nevosi della prima metà del secolo scorso erano veramente freddi, tanto per fare un esempio il 1955/56 segnò una media stagionale di soli 1.2°C contro i 3.9°C di quest’anno ed erano vere chimere gli inverni senza neve che invece abbiamo avuto per esempio nel 2006/07. In sostanza, queste osservazioni statistiche sembrano una conferma della comparsa di eventi estremi nevosi come conseguenza, paradossalmente, dei cambiamenti climatici e del global warming”.
Previsioni
Per i prossimi giorni non è attesa neve, ma pioggia a partire da oggi mercoledì 6 marzo a causa dell’arrivo di perturbazioni da ovest precedute da correnti umide e miti. Le temperature sono assestate, a Modena, sui 6°C con scarsa escursione termica e lo zero termico è sui 1500 m, la qual cosa consente neve bagnata fino a 1200 m circa, anche se il parametro sembra destinato ad innalzarsi di quota, rendendo piovose anche a quote alte le precipitazioni, che insisteranno anche giovedì 7 marzo e, a fasi alterne, pure nel fine settimana. Da monitorare attentamente dunque il concomitante effetto delle piogge battenti attese in Appennino con la fusione di parte del manto nevoso.
“Ora – annota Luca Lombroso – sembra più autunno che inverno, ma fra le mappe meteo a medio termine scorgiamo fra 7-8 giorni, verso metà della prossima settimana, possibili incursioni tardive di aria fredda. Presto per annunciare il ritorno della neve, anche se pare assolutamente prematuro il cambio armadi e la possibilità di considerare definitivamente chiusa la statistica delle nevicate 2012/13. Giusto per la cronaca infatti la neve a Modena fece comparse tardive a fine marzo nel 1990, il 18 aprile 1990 e addirittura il 10 maggio nel lontano 1861”.