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L’agricoltura reggiana incrementa l’occupazione

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agricoltura_trattoreNel 2012 l’agricoltura reggiana (superando l’andamento nazionale) non solo ha difeso i suoi posti di lavoro, ma ha fatto registrare significativi incrementi. A dispetto di tutti i problemi che condizionano la competitività delle aziende -dai costi produttivi record ai prezzi sui campi non sempre e non tutti remunerativi- il settore ha chiuso l’anno con un aumento degli occupati, frutto secondo i dati dei Centri per l’impiego della Provincia, dell’avviamento al lavoro di dipendenti agricoli nell’ordine dello 0,5% in più rapportato al complesso degli avviamenti, ma a fronte di un calo di aziende e quindi di lavoratori autonomi di 284 unità.

In un anno “nero” per il mercato del lavoro italiano, con il tasso di disoccupazione ai massimi dal 1993 – spiega la Cia – l’agricoltura è riuscita a evitare l’emorragia e a mantenere sostanzialmente stabile il numero di addetti nel comparto. Un risultato che diventa ancora più significativo se paragonato a quello degli altri settori produttivi: escluso il terziario, che archivia il 2012 con un +0,7 per cento degli occupati, sia l’industria che le costruzioni sono crollate sotto il peso della crisi, andamento che si ripete come tendenze fondamentali anche nella nostra provincia.

“Dopo diversi anni di calo occupazionale consistente – commenta il presidente della Cia reggiana Ivan Bertolini – sia sul fronte degli autonomi che dei dipendenti, l’inversione di tendenza per quanto riguarda almeno il lavoro dipendente segnala che la ristrutturazione del settore agricolo procede con il consolidamento di aziende con volumi economici significativi, mentre prosegue il calo (6.896 iscritte alla Camera di Commercio a fine 2012) di quelle ‘marginali’, perché molto piccole o con titolari anziani e senza ricambio generazionale. Un processo questo destinato a proseguire ancora. Oggi però la dimensione delle nostre aziende si avvicina più che in passato alla media europea”.

I dati per l’occupazione dipendente nelle imprese agricole private (per le coop è difficile avere un riscontro preciso dato che il contratto riguarda anche quelle di trasformazione), segnalano incrementi desumibili dal numero di giornate lavorate sia per il tempo indeterminato che per gli “avventizi” con oltre 25 mila giornate in più, riferite ai primi 9 mesi dell’anno, “Il che ci fa ipotizzare una crescita occupazionale che sfiora le 500 unità, che è un risultato davvero importante per il nostro territorio in un momento di grave difficoltà dell’economia provinciale, e dimostra la vitalità della nostra agricoltura, grazie alle produzioni tipiche e di qualità ed all’intraprendenza dei contadini”.