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CUD telematico: la protesta dei pensionati, questa mattina a Bologna

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Protesta-pensionati-InpsFischietti, cartelli e bandiere per chiedere all’Inps di fare un passo indietro e rivedere un provvedimento “calato dall’alto, che sta creando ai pensionati ulteriori disagi e li priva del diritto di conoscere persino l’ammontare della pensione”. Sono stati 300 i pensionati di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uil Pensionati dell’Emilia-Romagna che, questa mattina, si sono radunati sotto la sede regionale dell’Istituto di previdenza a Bologna, per protestare contro la scelta di non inviare più al domicilio il modello Cud (certificato per la denuncia dei redditi) e l’Obis M (la cosiddetta “busta paga del pensionato”), ma di renderli disponibili online.

Una delegazione, guidata dai segretari generali Maurizio Fabbri dello Spi, Loris Cavalletti di Fnp e Rosanna Benazzi di Uil Pensionati, si è incontrata con il direttore dell’Inps Emilia-Romagna Giuseppe Greco e con il presidente del Comitato regionale dell’Inps Luciano Roncarelli, per manifestare il disagio tra i pensionati e chiedere di ripristinare la spedizione “a chi non è riuscito ad ottenere i documenti in altro modo”.

“Sfondate una porta aperta – li ha accolti il direttore Greco –, questa è stata la prima regione a sollevare il problema e mi farò portavoce della vostra richiesta presso le competenti strutture centrali”. Già lo scorso 29 gennaio, il Comitato regionale dell’Inps, ha spiegato Roncarelli, “ha inviato, alla presidenza e alla direzione nazionale dell’Inps e ai ministeri del Lavoro e della Pubblica amministrazione, un ordine del giorno in cui si segnalavano le possibili difficoltà dei pensionati ad accedere ai documenti telematici e si chiedeva di riconsiderare, almeno per il 2013, la scelta di non inviare più il cartaceo a casa”.

Per venire incontro ai pensionati, l’Inps ha aperto nei suoi uffici in Emilia-Romagna 47 “sportelli veloci” dedicati. “Abbiamo fatto quanto era nelle nostre possibilità – continua Greco –, fino a oggi abbiamo rilasciato in forma cartacea 72mila modelli Cud. “Evidentemente non basta, i pensionati in regione sono circa un milione e 200mila – dicono i segretari di Spi, Fnp e Uil Pensionati dell’Emilia-Romagna –. Apprezziamo lo sforzo dell’Inps, ma non è risolutivo rispetto al disagio dei pensionati, che da gennaio attendono l’Obis M e sono costretti a fare la fila alla Poste o a rivolgersi a Caf, patronati e commercialisti per avere il Cud. Per questa ragione la nostra mobilitazione continuerà anche nelle prossime settimane”.

“Non è possibile – aggiungono i segretari dei sindacati – che si sia deciso di sperimentare la sacrosanta procedura di informatizzazione della macchina burocratica proprio con i pensionati, di cui solo l’8% ha qualche competenza con computer e internet. Inoltre – concludono – abbiamo ricevuto diverse segnalazioni di incongruenze sui dati del Cud online e i Caf, che si stanno sobbarcando di una mole di lavoro che non dovrebbe essere loro, stanno avendo anche problemi con la linea telematica con l’Inps”.