Il presidente del Consiglio Enrico Letta ha redistribuito le deleghe che erano del ministro Idem premiando le due modenesi del Governo: le Pari opportunità sono andate alla viceministra al Lavoro Maria Cecilia Guerra e le politiche giovanili alla ministra per l’Integrazione Cécile Kyenge. “Le nuove competenze premiamo la preparazione di due donne modenesi capaci e impegnate – commenta Caterina Liotti, coordinatrice delle Democratiche modenesi – Avremmo però preferito che il premier mantenesse integro il Ministero delle Pari opportunità. Chiediamo, almeno, che la viceministra Guerra possa partecipare come invitato permanente alle riunioni del Consiglio dei ministri”. Ecco la dichiarazione di Caterina Liotti.
«Lo avevamo già ribadito anche in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio, avremmo preferito che il Ministero delle Pari opportunità mantenesse una propria autonomia e che alla sua guida fosse nominato un nuovo ministro quale conferma di una scelta politica che il nostro partito ha inaugurato nel primo Governo Prodi del 1996. Questo perché pensavamo che il lavoro avviato di contrasto alla violenza sulle donne e di lotta contro ogni forma di omofobia dovesse essere perseguito anche attraverso la piena riconoscibilità di un autonomo Ministero, ma soprattutto perché solo un Ministero per le Pari Opportunità forte può rendere praticabile il concetto del mainsteaming di genere, cioè della trasversalità in ogni politica economica, sociale, occupazionale. Ora apprendiamo che il premier Letta ha deciso di redistribuire le deleghe che erano della ministra Idem a due donne modenesi del Pd: alla ministra Cécile Kyenge le politiche giovanili e alla viceministra Cecilia Guerra le Pari opportunità. Due donne, di grande competenza e passione politica, che conosciamo da tempo e che sapranno sicuramente dimostrare il loro indubbio valore anche nei nuovi settori che sono stati loro affidati. Chiediamo al premier Letta di continuare nel cammino già intrapreso da questo Governo nel contrasto alla violenza contro le donne e di mettere la viceministra Guerra, proprio per il drammatico valore attuale dei temi a lei affidati, nelle condizioni di poter intervenire tempestivamente con analisi attente alle differenze di genere su ogni decisione politica, e che a tal fine possa diventare un invitato permanente delle riunioni del Consiglio dei ministri».