La chiusura del Cie di Modena è senz’altro un risultato importante, raggiunto grazie alle denunce dei lavoratori e della Cgil, accanto al lavoro parlamentare dei deputati e senatori del Pd modenese. “Ora occorre che ai lavoratori siano garantiti i loro diritti e il pagamento degli arretrati – sottolineano il deputato Davide Baruffi e il senatore Stefano Vaccari – Nel contempo, però, si deve ripensare, a livello nazionale, il ruolo e le funzioni che questo tipo di strutture devono rivestire. Una riflessione necessaria e urgente: impensabile riaprire il Cie alle condizioni precedenti”. Ecco il testo della dichiarazione congiunta di Davide Baruffi e Stefano Vaccari:
«Il Cie di Modena dal giorno di Ferragosto è chiuso, anche se temporaneamente. Le condizioni di vita dei trattenuti e quelle di lavoro dei dipendenti e delle forze dell’ordine avevano raggiunto un livello tale da imporre uno stop. Lo abbiamo più volte ribadito, in questi mesi, nei due rami del Parlamento e il sottosegretario all’Interno Manzione, alla fine, ha dovuto darci ragione. La chiusura del Cie è davvero un risultato importante frutto di un’azione congiunta: prima di tutto quella dei lavoratori, ancora oggi in arretrato con il pagamento degli stipendi, e della Cgil che è sempre stata al loro fianco. Accanto a loro anche il nostro lavoro parlamentare (e quello di altri) che ha aiutato e sostenuto questa soluzione, con lo stimolo tempestivo e urgente del Governo che, dobbiamo dire, anche su questo fronte ha marcato la differenza rispetto al passato, dimostrandosi attento e pronto. A livello territoriale, il prefetto vicario Ventura prima, e il nuovo prefetto Di Bari poi, hanno consentito di porre fine a una vicenda dai risvolti umanitari e civili non più eludibili. Ora, da una parte, serve che ai lavoratori siano garantiti i loro diritti e le retribuzioni arretrate. Dall’altra, e in contemporanea, occorre che si apra una riflessione, indicata da tutti – Governo in primis – come necessaria e urgente. Si deve ripensare il ruolo e gli obiettivi di una struttura che, nata in un contesto politico e legislativo differente aveva corrisposto per un certo tempo alle richieste della comunità modenese, e che, ora, con la legge Bossi-Fini, ha visto snaturate le sue funzioni originarie. Riteniamo impensabile che si possa arrivare alla riapertura del Cie senza averne rivisto prima, a livello nazionale, funzioni e obiettivi, nel quadro più generale di una seria e rinnovata politica sull’ immigrazione».