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Aimi sulla situazione politica modenese: “La parola d’ordine è ricompattare”

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AIMI_2010_1Intervento di Enrico Aimi sulla situazione politica modenese e sui progetti di un centrodestra compatto, valida alternativa al rinnovo della fiducia alle sinistre, nelle prossime elezioni amministrative.

“La parola d’ordine è: ricompattare”. Ad affermarlo è Enrico Aimi, storico esponente del centrodestra modenese, impegnato nel tentativo di portare a sintesi e unità l’intero scacchiere politico che non si riconosce nelle politiche del PD e dei suoi alleati che hanno amministrato Modena oramai da 70 anni.

“Il lungo volo di ricognizione si è concluso – ha aggiunto – e il denominatore comune più importante riscontrato è quello della volontà di cambiamento, senza cedimenti alle sirene della sinistra, che deve necessariamente passare attraverso un programma sobrio e condiviso.

Certo, ogni partito o movimento ha messo in luce le proprie prerogative nel metodo ma, sui valori di fondo, ho riscontrato una compattezza granitica determinata anche dalla crisi, visibile e sotto gli occhi di tutti, in cui versa ora l’ex Capitale del Ducato.

La situazione oggi è molto complessa – ha rimarcato Aimi – e fatico a pensare che ci sia qualcuno che alla fine opti per la corsa in solitario, sfidando come un novello Ulisse le “Colonne d’Ercole” della marginalità, se non addirittura dell’inutilità politica.

Nell’attuale sistema, e con la presenza dei grillini, se il primo obiettivo da raggiungere è il ballottaggio, sfilarsi dalla “grande coalizione” non verrebbe capito dagli elettori che attendono l’alternativa, risultando un gesto improvvido e non politico.

Ora è venuto il momento di concentrarsi sulle priorità del programma per dimostrare ai modenesi la serietà degli intenti, la voglia di cambiare, e che la crisi profonda in cui versa questa città ha responsabili ben precisi, tutti consultabili nell’”album di famiglia” delle sinistre.

Per questo mi sento di lanciare un vertice del possibile schieramento che si confronterà nel 2014 con l’erede di Pighi, aperto a tutte le forze del cambiamento, per passare dall’incontro bilaterale al confronto collegiale.

Un passaggio difficile ma obbligatorio, in cui dovrà prevalere il senso di responsabilità, per mettere in luce a livello di programma, le cose – e sono tante – che uniscono il centrodestra ai cittadini modenesi.

Un cantiere insomma, un’officina del programma che dovremo poi, auspicabilmente, aprire a tutti i cittadini stanchi dell’insicurezza, del degrado, della crisi profonda che ha infettato tutti i settori del sistema Modena”.