Duecentocinquanta studenti di terza della scuola media “Montanari” si sono cimentati nella comunicazione d’impresa, grazie ad un progetto delle insegnanti di educazione artistica collegato alla mostra “Un secolo di imprese”, che si concluderà domenica 10 aprile. Il progetto (coordinato dalle insegnanti Monica Morselli, Maria Baccaro e Cecilia Bruno e dalla preside Paola Campagnoli) ha visto impegnati i ragazzi in due sezioni: “Inventa un manifesto per le imprese” e “Inventa un logo per le imprese”. Dopo un’attenta selezione sono stati scelti 15 elaborati, che saranno esposti nell’ultimo week end di apertura della mostra, visitata ormai da un migliaio di persone.
La mostra su “Un secolo di imprese” chiuderà domenica 10 novembre presso il Foyer del Teatro Nuovo di Mirandola. Grande è stato il riscontro del pubblico.
Promossa dal Comune di Mirandola e dai soci del Centro Studi Numismatici e Filatelici con la collaborazione dei volontari Auser, l’esposizione ed il libro ad essa collegato ha il fondamentale contributo di BBraun Avitum Italy e della Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola.
L’iniziativa conclude le celebrazioni per il 50° anniversario del biomedicale mirandolese, iniziate nell’aprile 2012 e ripartite, dopo il sisma, a testimoniare la voglia di andare avanti guardando al futuro. E proprio la data di nascita del biomedicale (1962) rappresenta uno dei due termini di riferimento temporale della mostra e del volume. L’altro, quello iniziale, è il 1859, quando a Mirandola sventola per la prima volta il tricolore. Nei 100 anni che dividono i due estremi (1859-1962), la città dei Pico ha assistito ad un eccezionale sviluppo, rappresentato nel Foyer da centinaia di documenti di ditte mirandolesi. Ci sono fatture, lettere, pubblicità di imprese private, di cooperative e consorzi, ed anche di istituti bancari oggi scomparsi o in parte dimenticati. Sono esposte addirittura scatole di biscotti ed altre confezioni “d’annata”, bottiglie mignon di liquori, coltellini per il Parmigiano, occhiali… tutto targato “Mirandola”. A farla da padrone sono le industrie di trasformazione alimentare e quelle meccaniche, ma sono ben rappresentati anche altri settori, a testimoniare una certa vivacità della città, partita in condizioni estremamente difficili dopo l’Unità d’Italia e arrivata soltanto nei primi anni Sessanta ad assaporare il “boom” economico.
Merito della mostra va ai collezionisti del Centro Studi Numismatici e Filatelici ed al Comune, che hanno voluto fermamente questo evento come recupero dell’identità di un territorio ferito dal sisma ma che ha voglia di ripartire senza dimenticare le proprie radici.
L’esposizione è visitabile ad ingresso libero fino a domenica 10 novembre (venerdì 8 dalle ore 16.30 alle 19, sabato 9 dalle ore 9 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19 e domenica 10 dalle 9 alle 12.30 e dalle 15 alle 19).