Home Modena Confagricoltura Modena, fisco al centro delle ‘Giornate Agricole Modenesi’

Confagricoltura Modena, fisco al centro delle ‘Giornate Agricole Modenesi’

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GiornateAgricoleFare chiarezza nella giungla delle tasse che non danno tregua agli imprenditori agricoli. È stato questo il tema del secondo appuntamento delle Giornate Agricole Modenesi, il ciclo biennale di incontri promosso da Confagricoltura Modena per confrontarsi sui principali argomenti relativi al settore agricolo.

“Azienda agricola e fisco: tra conferme, novità e incertezze” è stato il titolo dell’incontro, organizzato con il patrocinio di Confagricoltura nazionale e Anga (Associazione Nazionale Giovani Agricoltori) Modena nella cornice del Baluardo della Cittadella, che ha avuto come relatori il geom. Gianpaolo Tosoni, l’avv. Mirella Guicciardi e l’on. Angelo Zucchi, capo della Segreteria Sottosegretariato MIPAAF, in una tavola rotonda moderata da Annamaria Capparelli, e il prof. Corrado Giacomini, ordinario di Economia Agroalimentare all’Università di Parma.

Eugenia Bergamaschi, presidente di Confagricoltura Modena, ha aperto e chiuso i lavori, sottolineando le difficoltà per gli imprenditori, non solo del settore agroalimentare: «Il fisco è una spina nel fianco di tutti gli imprenditori, non solo quelli agricoli. In questo secondo appuntamento con la Giornate Agricole Modenesi abbiamo fatto il punto sulla fiscalità in campo agricolo, con l’obiettivo di fare chiarezza e cercare di capire se a cambiare è stato solo il nome o anche il valore delle tasse. Per fare impresa in Italia è necessario che la fiscalità cali in tutti i settori. In più deve cambiare l’atteggiamento nei confronti degli imprenditori: il guadagno non deve essere visto come un reato, ma come qualcosa di positivo, perché se l’impresa guadagna ne migliora anche l’occupazione. Fare impresa diventa difficile anche per la burocrazia, che in Italia è davvero imponente. Questi sono i due punti che devono essere rivisti per far ripartire il Paese: far guadagnare le imprese e rivedere l’impalcatura burocratica».

Il primo a prendere la parola è stato il prof. Giacomini, con una relazione dal titolo “Fare impresa in agricoltura: molte domande e poche risposte”: «L’agricoltura ha grandi agevolazioni, ma queste sono strumenti di politica agraria, che devono essere considerate dallo Stato come uno strumento per aiutare un settore in grossa difficoltà. Il resto degli strumenti è in mano nostra, in particolare nell’organizzazione di filiera. In un mercato come quello attuale, competitivo e globale, gli imprenditori possono solo difendersi da soli, sfruttando le proprie capacità organizzative, come dimostra l’esempio dell’ortofrutta».

Nel corso della mattinata ha preso la parola l’avv. Guicciardi, che ha sottolineato l’importanza della trasparenza portando all’attenzione dei presenti alcuni esempi particolari e il geom. Tosoni: «L’ultima finanziaria ha assestato la situazione in tema di tasse. Bene l’Imu, che è diventata definitiva e riconosce l’esenzione per gli agricoltori per quanto riguarda cantine, stalle e capannoni e un beneficio per i terreni posseduti da coltivatori diretti. Male l’introduzione della Tasi, che colpisce l’abitazione principale e i fabbricati rurali strumentali, e soprattutto aumenta il costo degli adempimenti, un ulteriore fastidio per gli imprenditori».

Così l’on. Angelo Zucchi, che ha chiuso la tavola rotonda: «Gli imprenditori agricoli devono saper raccogliere le nuove sfide che pone il mercato, perché nei prossimi mesi la riforma della politica comune ridurrà le risorse e quindi ci sarà bisogno di mettere in campo nuovi strumenti per ammortizzare queste mancate risorse. Se si è piccoli l’unico modo per restare sul mercato globalizzato è mettersi insieme. Bisogna incentivare le forme di aggregazione per migliorare la capacità negoziale nei confronti della filiera, della quale il produttore è l’anello debole. Serve organizzazione e coraggio, per superare posizioni conservative che ci vedono sconfitti».