Finora sembrava reggere i colpi della crisi e dei tagli, ma, com’era prevedibile, anche sul servizio bibliotecario di Vignola cominciano a pesare i vincoli assunzionali e finanziari imposti ai Comuni.
“Un servizio, quello della biblioteca, che, come molti altri, ha visto in questi anni la propria dotazione organica notevolmente ridotta – spiega Diego Bernardini della Funzione Pubblica/Cgil di Vignola – passando da 12 persone (comprese due unità in servizio civile) nel 2008, a quella attuale in cui i dipendenti sono 8, quindi un terzo in meno. Infatti con la cessazione anche di un dipendente a tempo determinato a fine 2013, e la sua mancata sostituzione, non ci sono più le condizioni per garantire gli stessi standard quantitativi e qualitativi”.
Stiamo parlando di un servizio con un’apertura al pubblico di 49 ore settimanali, che solo nel 2013 ha fatto 64.000 prestiti, che conta più di 5.000 utenti attivi e con una media di oltre 400 presenze al giorno. Senza contare le attività di promozione della lettura con le scuole (oltre 100 lo scorso anno) e le numerose attività culturali ed educative con soggetti esterni (quasi 50).
“Numeri in incremento che non riusciranno ad essere più garantiti – continua il sindacalista – se non si cercheranno soluzioni in tempi brevi”.
Non è più sostenibile una situazione in cui, nonostante numerose sollecitazioni, ancora oggi il servizio rimane invariato, anche negli orari di apertura al pubblico, attraverso l’utilizzo strutturale dello straordinario in particolare nella giornata del sabato.
“Abbiamo inoltre forti dubbi – afferma Bernardini – anche sul fatto che durante alcuni turni siano rispettati i criteri di sicurezza della struttura rispetto alle presenze minime del personale”.
Ad oggi non vi sono però decisioni concrete né tanto meno idee chiare, se non quella che i vincoli finanziari non permettono di sostituire il dipendente al quale è scaduto il contratto.
Un problema in parte reale, ma che andrebbe affrontato in un’ottica un po’ diversa.
Anche su questa questione, infatti, come su molte altre, per il sindacato servirebbe un confronto allargato a tutto il territorio dell’Unione Terre di Castelli: per ragionare in modo organico e coordinato non solo sulle problematiche inerenti i servizi bibliotecari (che cominciano ad emergere anche negli altri comuni), ma nell’ottica di una progettazione di lungo respiro di tutti i servizi comunali e distrettuali, e di una conseguente politica assunzionale che la smetta di navigare a vista ma che guardi ai prossimi 3-4 anni.
Una sfida che la Fp/Cgil lancia ai candidati alle prossime elezioni amministrative.