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Rifiuti: in Emilia-Romagna raccolta differenziata oltre il 77% e costi sotto la media nazionale

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Rifiuti: in Emilia-Romagna raccolta differenziata oltre il 77%  e costi sotto la media nazionaleLa raccolta differenziata in Emilia-Romagna continua a crescere: nel 2023 ha raggiunto il traguardo del 77%, sempre più vicino all’80% che rappresenta l’obiettivo regionale del 2027. Non solo, nonostante il forte aumento della raccolta differenziata, i costi di gestione del servizio restano competitivi. Nel 2024, il costo medio per tonnellata di rifiuti urbani gestiti si attesta a 339 euro, inferiore sia alla media del Nord Italia (345 euro), sia a quella nazionale (398 euro). Il costo per abitante è invece sostanzialmente allineato alla media italiana.

I dati emergono dal Rapporto “Servizio gestione rifiuti urbani in Emilia-Romagna. Report costi anni 2019-2024”, realizzato da ATERSIR, l’Agenzia Territoriale dell’Emilia-Romagna per i Servizi Idrici e Rifiuti, che dal 2013 definisce i costi tecnici del servizio rifiuti per tutti i Comuni emiliano-romagnoli sulla base di metodi tariffari che nel tempo si sono evoluti per effetto di atti legislativi, prima nazionali (D.P.R. 158/99), poi regionali, infine emanati dall’Autority indipendente ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente).

Un’approfondita analisi tecnico-economica che ricostruisce il valore del costo del servizio per tutto il territorio regionale per gli anni 2019-2024, annualmente oltre 900 milioni di euro, con rappresentazione di tale costo a livello territoriale, per provincia e per bacino di raccolta, attraverso indicatori dettagliati per tipologia e fase del servizio.

I risultati raggiunti – sottolinea ATERSIR – sono frutto di una pianificazione mirata e di affidamenti di servizio strutturati attraverso gare o affidamenti diretti a società pubbliche, capaci di fissare obiettivi ambientali precisi per i gestori. Ad oggi, sono 12 gli affidamenti completati dall’Agenzia dal 2012 relativi al servizio rifiuti, per un valore contrattuale complessivo di oltre 6 miliardi di euro e un bacino di utenza che supera i 3,3 milioni di abitanti, distribuiti nei 12 bacini gestionali. Un’importante attività grazie alla quale in Regione sono presenti affidamenti di ATERSIR in quasi tutti i territori provinciali, con contratti di lungo periodo, affidati tutti ad operatori importanti, con ambiziosi obiettivi di carattere ambientale, in linea con quelli fissati dalla Regione Emilia-Romagna, e di qualità del servizio per i territori e gli utenti. Un’attività che ha consentito al contempo di ottenere un risultato economico significativo a favore dei cittadini.

Negli ultimi 4-5 anni, le province interessate da nuovi affidamenti di servizio – sia tramite gara che con affidamenti diretti – hanno visto crescere la raccolta differenziata in maniera significativa. Esempi emblematici sono la Provincia di Ravenna (+19 punti percentuali) e la Città Metropolitana di Bologna (+ 8%) tra il 2019 e il 2023, con un incremento regionale medio di 6 punti nello stesso periodo (vedi Tabella 1).

Il periodo analizzato ha visto inoltre importanti sfide, tra cui la pandemia da Covid-19, l’inflazione del 2022 (+12%) e le alluvioni del 2023 e del 2024 in particolare in Romagna. Nonostante ciò, la risposta del sistema ha garantito la continuità dei servizi e l’assorbimento dei costi straordinari, evitando impatti significativi sulle tariffe.

Dal punto di vista economico, il valore complessivo dei Piani Economico-Finanziari (PEF) è passato da circa 724 milioni di euro nel 2019 a oltre 931 milioni nel 2024. Un aumento legato principalmente all’evoluzione normativa del metodo tariffario rifiuti (MTR) introdotto nel 2020 da ARERA, che prevede di rappresentare nei Piani anche voci di costo presenti anche prima ma rappresentate solo a livello di bilancio di ogni singolo Comune.

All’interno dei Piani Economico-Finanziari sono presenti, oltre alle voci di costo, alcune voci di ricavo: 61 milioni di euro derivanti dalla valorizzazione delle frazioni differenziate (cessione a CONAI o vendita sul mercato), e 57,8 milioni dalla vendita di energia elettrica e termica prodotta dagli 8 impianti di termovalorizzazione. In totale, tali entrate contribuiscono a una riduzione media del costo del servizio di oltre 26 euro per abitante all’anno.

Infine, il report 2024 introduce nuove tematiche di rilievo regionale: la gestione delle discariche in post-esercizio prive di fondi residui, e le indennità che vengono versate ai Comuni sede di impianti di smaltimento, a tutela della sostenibilità e della coesione territoriale.

“Si tratta di un importante documento che racconta il servizio rifiuti attraverso il punto di vista di ATERSIR, focalizzato sulla trasparenza dei dati, analisi, confronti tra locale – regionale e nazionale, con relazioni arricchite di grafici e tabelle, indicatori – spiega Vito Belladonna, Direttore ATERSIR –. Non si può non sottolineare il dato di Raccolta Differenziata che per l’anno 2023 si attesta al 77%: un risultato eccellente e in linea con quelli fissati dalla nostra Regione nel Piano Rifiuti e Bonifiche 2022-2027, che prevede di raggiungere l’80% entro il 2025. L’Emilia-Romagna infatti si posiziona solo dietro al Veneto per la percentuale di raccolta, e, con la città di Bologna, si qualifica come la prima città con popolazione superiore ai 200.000 abitanti a superare l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata.

Le crescite significative di raccolta differenziata – aggiunge Belladonna – registrate negli ultimi 4-5 anni nelle province in cui ATERSIR ha fatto un proprio affidamento e relativo contratto di servizio, introducendo  precisi obiettivi al gestore – come a Ravenna, a Forlì-Cesena, a Bologna, a Modena – danno conto dell’azione dell’Agenzia per un servizio orientato all’economia circolare; sono 12 gli affidamenti in concessione relativi al servizio rifiuti – oltre ai 3 relativi al servizio idrico integrato – che ATERSIR ha portato a termine e rappresentano i primi procedimenti in Italia avviati e conclusi da quando è operativa l’Autorità ARERA, e quindi dal 2012 ad oggi. Un’attività lunga e complessa – conclude il Direttore ATERSIR – che ha consentito anche di ottenere un risultato economico significativo a favore dei cittadini, grazie agli sconti operati dagli aggiudicatari nelle procedure di gara e, nel caso delle gestioni in house, di consolidare e implementare la performance ambientale e la solidità economico-finanziaria delle società pubbliche chiamate a gestire i servizi.”