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Presentato all’Assemblea Anci in corso a Bologna il “Decalogo per i Comuni cardioprotetti”

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La prontezza di un gesto può cambiare il destino di una vita.

È il principio della cardioprotezione, una rete di salvezza diffusa in cui tutte le comunità sono chiamate a diventare protagoniste. Nasce con questo obiettivo il Decalogo per i Comuni cardioprotetti, rivolto alle sindache e ai sindaci e presentato all’Assemblea nazionale Anci, in corso a Bologna, all’insegna del motto ‘Insieme per il bene comune’.

Il documento, curato da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), è stato redatto con il supporto del Servizio Emergenza-Urgenza della Regione Emilia-Romagna, che da anni rappresenta un punto di riferimento a livello nazionale per l’organizzazione integrata dei soccorsi. L’obiettivo è di tradurre la cultura del primo soccorso e della defibrillazione precoce in azione concreta, offrendo a sindache, sindaci e amministratori locali, indicazioni e strumenti operativi per costruire comunità più sicure.

L’assessorato regionale alle Politiche per la salute, presente all’Assemblea con un proprio stand, promuoverà il documento come un impegno condiviso per salvare vite umane, sottolineando il ruolo decisivo dei Comuni nella diffusione della cardioprotezione.

“Con l’aiuto dei Comuni possiamo davvero salvare sempre più vite umane- afferma Massimo Fabi, assessore alle Politiche per la salute-. Questo decalogo nasce da un’esperienza consolidata nella nostra regione e da una proficua collaborazione con Agenas e Anci. La cardioprotezione non è solo una misura sanitaria, ma un gesto di comunità perché unisce istituzioni, operatori sanitari e cittadini in un’alleanza per la vita. Ci auguriamo che questo strumento possa diffondersi in modo capillare sul territorio nazionale”.

Il decalogo, articolato in dieci punti, invita sindache e sindaci a mappare le aree a maggior rischio, individuando, con il supporto del sistema di emergenza 118, scuole, impianti sportivi, sedi comunali, mercati, stazioni e altri luoghi di aggregazione in cui il rischio di arresto cardiaco extraospedaliero è più elevato, al fine di pianificare la distribuzione ottimale dei Defibrillatori automatici esterni (Dae).

Ogni dispositivo, sottolinea il testo, deve essere installato in spazi pubblici ben visibili e accessibili 24 ore su 24, preferibilmente in teche con telecontrollo e geolocalizzazione, e deve essere collegato alla rete del 118 per garantire la guida telefonica “Chiama-Comprimi-Defibrilla”.

Ampio spazio è dedicato alla formazione: il documento incoraggia i Comuni a organizzare corsi base per l’uso dei defibrillatori rivolti a dipendenti pubblici, operatori di polizia locale, personale scolastico e volontari civici. Diffondere le competenze di primo soccorso è indicato come un dovere civico e un investimento in sicurezza collettiva.

La cardioprotezione deve entrare a pieno titolo nei Piani comunali di protezione civile, con procedure dedicate all’uso dei Dae e al coordinamento con il sistema di emergenza. È inoltre fondamentale comunicare ai cittadini la presenza dei dispositivi attraverso cartellonistica uniforme e mappe interattive sui siti istituzionali.

Il decalogo sottolinea anche la necessità di collaborazioni stabili tra comuni, aziende sanitarie e associazioni di volontariato, per garantire la manutenzione dei Dae, la formazione continua e l’aggiornamento del personale. L’obiettivo è estendere la cardioprotezione anche ai mezzi comunali, agli impianti sportivi e alle aree più periferiche o montane, dove la presenza di reti condivise tra più enti può assicurare una defibrillazione entro cinque minuti dall’evento.

Infine, si richiama l’importanza di mantenere aggiornati stradari e numeri civici e di integrarli nei database geo-topografici regionali e nazionali, così da permettere una localizzazione precisa dell’emergenza e del Dae più vicino.

Con la diffusione del decalogo per i Comuni cardioprotetti, l’Emilia-Romagna conferma il proprio ruolo di laboratorio nazionale di buone pratiche nella promozione della salute pubblica, offrendo agli Enti locali di tutta Italia un modello concreto per costruire comunità più consapevoli, preparate e solidali.