Sul “Nodo di Rastignano” Bologna non molla. Anzi, ribadisce la “necessità assoluta di realizzare l’opera” e per questo chiede “un incontro urgente” al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli finalizzato ad ottenere la conferma degli impegni assunti e a garantire i finanziamenti necessari.
Lo fa con una lettera al Ministro firmata dal
presidente della Regione, Vasco Errani, dalla presidente della Provincia, Beatrice Draghetti, e dai sindaci di Bologna, San Lazzaro e Pianoro, rispettivamente Sergio Cofferati, Marco Maccantelli e Simonetta Saliera,
partita oggi e indirizzata anche al presidente dell’Anas, Pietro Ciucci, all’amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana (Rfi) e
all’amministratore delegato della Tav, Andrea Salemme.
Ma lo fa anche attraverso un appello “trasversale” sottoscritto da
amministratori e parlamentari di tutte le parti politiche (tra le firme quelle del sindaco di Monghidoro Marino Lorenzini di Forza Italia, del
“civico” Maestrami, primo cittadino di Loiano, e degli onorevoli Garagnani, Raisi, Berselli per il centrodestra, di Galletti dell’Udc e di Beneamati,
La Forgia e Vitali per il centrosinistra), dai dirigenti di Unindustria, Confartigianato e Cna, dai presenti dei Lions e del Rotary, dai leader di
diversi Comitati.
Tutti preoccupati per il futuro di un’opera definita “strategica e a lungo attesa”, dopo le dichiarazioni del Ministro che – rispondendo a una interrogazione parlamentare – l’ha definita non più realizzabile da parte del consorzio Cavet, in quanto non più contestuale alla conclusione dei lavori relativi alla tratta Alta velocità-Alta capacità ferroviaria
Bologna-Firenze, e per l’impossibilità di utilizzare le risorse del Contratto di programma ANAS per raggiungere la copertura del fabbisogno finanziario necessario.
L’APPELLO
al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti per la soluzione del Nodo di Rastignano
Il 5 settembre 2008, con la sottoscrizione del Rapporto di VIA, approvato con delibera regionale Atto 2008/2013 pubblicato sul B.U. n.ro 223 del 31.12.2008 n. protocollo VIM/08/276580 del 19/11/2008, si è concluso l’iter per l’approvazione del progetto definitivo “variante alla strada n. 65 “della Futa”, conosciuto anche come “Nodo di Rastignano”, dopo oltre 20 anni di ritardi, dovuti a difficoltà burocratiche, blocchi delle procedure d’appalto e variazioni di progetto.
L’iter del progetto del Nodo di Rastignano è stato estremamente lungo e difficoltoso. Dopo le difficoltà delle procedure d’appalto negli anni ’90, la Provincia di Bologna, con l’acquisizione della proprietà delle strade ANAS, assume nel 2003 l’incarico della progettazione e realizzazione dell’opera.
Il progetto preliminare viene approvato nel 2005 e quello definitivo all’inizio del 2006. La conferenza dei servizi, apertasi nel 2006, dopo la richiesta di integrazioni (88 osservazioni) si è conclusa positivamente il 5 settembre 2008. Sono state accolte osservazioni, sollecitazioni e suggerimenti provenienti dai territori, dai comitati, dai Comuni, dalla Soprintendenza e dal Servizio Tecnico di Bacino e da altri soggetti che rendono l’intervento maggiormente compatibile con il territorio in cui va ad inserirsi.
Regione, Provincia e Comuni hanno fatto il loro dovere arrivando all’approvazione del progetto.
Nasce quindi ora la necessità di trovare il finanziamento per l’opera, il cui costo complessivo di 52 milioni di Euro. Sono già disponibili circa 7 milioni di euro. Il finanziamento dell’opera era stato promesso dai precedenti governi (esistono impegni scritti dell’ex ministro Lunardi, dell’ex presidente Prodi e dell’ex Ministro Di Pietro).
L’intervento è fondamentale per quel quadrante bolognese, per il collegamento con il sistema tangenziale-autostradale di Bologna, e chiediamo di essere messi nelle condizioni di poter aprire i cantieri il prima possibile. L’opera rappresenta un’esigenza senza la quale l’intera area, già fortemente svantaggiata in questo ventennio di ritardi, sarebbe destinata ad un declino sotto il profilo economico, industriale e di conseguenza sociale.
In questi anni, oltre ai forti disagi per i cittadini, già molte aziende del territorio sono state costrette a chiudere o a trasferirsi perché costrette quotidianamente a fare i conti con una viabilità paralizzata e penalizzante dal punto di vista economico.
La straordinarietà della situazione, unita ai ritardi prolungati per un ventennio, fanno sì che non sia più rimandabile l’intervento. Il mancato finanziamento provocherebbe ulteriori ritardi progettuali, rimettendo in discussione l’intera opera per chissà quanto tempo.
Questo appello, firmato e condiviso da tutte le istituzioni, le forze politiche, le realtà industriali, economiche, sociali e associative del territorio bolognese,
RICHIEDE
in maniera forte e decisa al Governo un impegno immediato per il finanziamento dell’opera.