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Modena: misure anticrisi sugli affitti Abitcoop

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Anche Abitcoop interviene in favore delle famiglie con misure straordinarie di contenimento delle spese decidendo la riduzione dei canoni annui, dovuti dai soci assegnatari di alloggi in godimento temporaneo, dal 4% del valore dell’immobile come stabilito dalla convenzione comunale, al 3,5%: questa misura è riferita a tutti gli alloggi realizzati e in corso di costruzione nel PEEP di Modena, facenti parte del cosiddetto “Bandone”, nonché di tutti quelli dei vari comparti del PEEP di Spilamberto.

La decisione adottata consentirà agli inquilini assegnatari di avere un beneficio reale del 12,5%. In pratica questo significa che rispetto ad un valore medio di affitto pagato – per esempio – dai 32 inquilini di via Santa Caterina a Modena di 637 euro/mese, queste famiglie si troveranno a dover versare 557 euro/mese, con un risparmio medio di 80 euro/mese.
Ne beneficeranno complessivamente 71 famiglie socie che occupano i 136 alloggi che costituiranno già da quest’anno il patrimonio immobiliare della cooperativa e che sono assegnati con la formula del godimento temporaneo per 8 -10 anni. Il provvedimento non è stato esteso a tutti in quanto le altre famiglie assegnatarie sono già assistite da riduzioni contrattuali preconcordate sui canoni da versare ad Abitcoop.

“La decisione del nostro Consiglio di Amministrazione – ha commentato il Presidente Lauro Lugli – muove dalla volontà di fare qualcosa di concreto per rilanciare l’economia ed i consumi delle famiglie. Abbiamo la consapevolezza come movimento cooperativo che la crisi economico-finanziaria del Paese è molto grave e, come Abitcoop, che il peso dell’affitto per tante famiglie a reddito fisso costituisce una voce pesante per il proprio bilancio. L’inflazione si è ormai stabilizzata. Il prezzo degli immobili è sceso. Non così per gli affitti. C’è bisogno, dunque, anche in un settore come quello edile di agire con interventi coordinati che favoriscano la ripresa e diano respiro ad esso. Abitcoop ha fatto la sua mossa. Ci auguriamo che altri ci seguano su questa strada e che il sistema creditizio assista e sostenga chi si adopera per contrastare la crisi”.

Abitcoop è il primo grande gestore di immobili a livello modenese, e forse in Italia, ad avere deciso un’azione così forte, che supera il valore della stessa Social Card del Governo. Il provvedimento non avrà limitazione di durata, nel senso che il blocco del canone di affitto avrà efficacia fino alla scadenza contrattuale prevista per la tipologia di contratto in godimento temporaneo. Nella sostanza Abitcoop rinuncerà per i prossimi 10 anni ad incassare un valore corrispondente a 578.000 euro.
L’aggravarsi della congiuntura economica ha convinto Abitcoop a studiare anche nuove soluzioni per consentire di risolvere il problema casa. Questa decisione, infatti, si accompagna ad una proposta molto innovativa sul piano economico-sociale che verrà sperimentata per 6 appartamenti che sorgono in via Borsellino a Camposanto.

“Con questa proposta – spiega il Responsabile delle Iniziative Abitcoop Claudio Colombini – il socio, a fronte di un deposito cauzionale di 15mila euro infruttiferi, potrà chiedere di utilizzare l’alloggio per un periodo massimo di 5 anni al termine del quale dovrà decidere per l’acquisto o la liberazione dell’alloggio stesso, pagando un canone inferiore a quello convenzionato (sarà di 380 euro/mese per tutto il periodo di godimento senza indicizzazioni Istat). Il medesimo canone, in caso di successivo acquisto, sarà parzialmente recuperato alla fine dei cinque anni mediante una proporzionale riduzione del prezzo di assegnazione in proprietà, che sarà maggiore se la decisione di passare alla proprietà verrà presa trascorsi 3 anni”.

Anche il prezzo dell’alloggio non sarà indicizzato.
Se, invece, trascorsi i 5 anni, l’assegnatario non avrà ancora trovato le condizioni economiche per passare alla proprietà dovrà liberare l’alloggio senza ricevere rimborsi dei canoni versati.
Questa decisione muove anche dalla constatazione che – almeno per Abitcoop che rappresenta una realtà associativa al 31 dicembre 2008 di 17.753 soci a livello modenese – la tensione sul fronte casa continua ad essere elevata. Anche nel 2008 la cooperativa ha registrato l’iscrizione di 826 nuovi soci, una media di quasi 70 al mese, massicciamente concentrati (79%) su Modena, nonostante l’offerta di alloggi resti ancora molto insufficiente rispetto alla reale domanda. Lo rilevano anche le richieste ricevute per i tre bandi emanati nel corso dell’anno scorso da Abitcoop, dove per il PEEP Santa Caterina riguardo ad una disponibilità di 80 alloggi sono state presentate
432 domande (più di 5 per ogni alloggi da assegnare), mentre per il PEEP Tarcento si è arrivati a quasi 10 domande ogni alloggio da assegnare (670 domande contro 68 alloggi disponibili), per non parlare di quanto successo per il PEEP Salvo D’Acquisto, dove il rapporto è stato di oltre 17 domande per alloggio (844 domande a fronte di 48 alloggi). Parimenti cresce il numero degli aspiranti assegnatari che faticano a trovare la immediata disponibilità di risorse economiche per l’acquisto dell’alloggio e si dichiarano interessati ad alloggi concessi con la formula del godimento temporaneo. Se 472 nuovi soci (72%) sono pronti a sostenere il sacrificio dell’acquisto, vi sono anche 181 soci ( 28% ) che optano per la soluzione del godimento temporaneo o proprietà differita.

“I segnali e le indicazioni che riceviamo dai nostri soci – conclude il Presidente Lauro Lugli – sono inequivocabili. Se i prezzi della case e gli affitti non scendono, e purtroppo la tendenza non è incoraggiante, la domanda di aree PEEP resterà elevata, perché rappresenta ancora il modo più concreto ed efficace per tante nuove famiglie e per categorie di lavoratori a reddito fisso di sostenere costi d’acquisto della casa sopportabili dai loro bilanci. A parità di qualità noi su queste aree consegniamo a pezzi mediamente del 15-30% inferiori rispetto a quelli di mercato”.

Dall’analisi disaggregata dei dati di Abitcoop vengono indicazioni importanti anche per quanto riguarda la dimensione degli alloggi: la richiesta per l’80% è rivolta ad abitazioni con 2 camere. Solo un 18% chiede tre camere, mentre un altro 2% desidera solo una camera.