Home Politica Filippi (PDL): ma quanto ci costano i manager di Enìa?

Filippi (PDL): ma quanto ci costano i manager di Enìa?

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“Per arginare la crisi economica – afferma il candidato Sindaco del Pdl Fabio Filippi – in molti paesi europei sono stati tagliati i compensi milionari dei manager aziendali, in particolare dei dirigenti delle aziende pubbliche o a partecipazione pubblica. Segnali di correttezza e sensibilità che purtroppo non hanno trovato applicazione nella rossa Emilia.

In particolare, nessun privilegio è stato tolto alla dirigenza Enìa, nonostante i ripetuti tonfi borsistici degli ultimi mesi: le azioni della multiutility emiliana dell’energia Enìa nel solo 2008 sono scese del 45%, con un trend negativo anche nel 2009”.

“Va ricordato – aggiunge Filippi – che Enìa è controllata al 62% dai comuni emiliani (il 44% fa capo a Reggio, Parma e Piacenza e il 18% agli altri piccoli comuni dell’area), sono quindi i cittadini i veri proprietari della baracca ed è a loro che la dirigenza dell’azienda deve rispondere. I risultati sono talmente negativi che non possono essere trascurati, a rimetterci, ancora una volta, sono i cittadini e i piccoli investitori. Mentre, i compensi dei manager sono sempre più sostanziosi. A Reggio Emilia inoltre, i servizi offerti da Enìa (dati relativi al 2006), diversamente da Parma e Piacenza, risultano essere tra i più cari d’Italia (a Reggio Emilia costo medio annuo dell’acqua a famiglia 303 euro, a Parma 224 euro e a Piacenza 181 euro)”.

Filippi ha presentato un’interpellanza alla Giunta regionale chiedendo a quanto corrisponda il compenso dell’A.D. di Enìa e degli altri top manager dell’azienda e se siano stati valutati eventuali tagli agli stipendi d’oro “di questi dirigenti. Ha chiesto inoltre se attualmente i costi dei servizi offerti da Enìa siano diseguali tra Reggio Emilia, Parma e Piacenza, e se vi siano stati degli aumenti nelle tre città tra il 2006 e il 2008.

“Visti gli errori e le palesi ‘sviste’ commesse dalla dirigenza Enìa – conclude il candidato Sindaco – penso sarebbe opportuno agganciare le retribuzioni dei manager pubblici all’andamento del mercato borsistico, dando in questo modo un segnale di responsabilità e concretezza, coerentemente con gli sviluppi della grave crisi economica che attanaglia il Paese. Forse, in questo modo, anche il prezzo dell’acqua scenderebbe”.