I toni sono diversi da quelli usati dalla Uil, ma la sostanza è la stessa: anche la Cisl modenese è molto critica nei confronti dello sciopero proclamato dalla Cgil per dopodomani – venerdì 13 febbraio – nel settore metalmeccanico e nel pubblico impiego (scuola compresa).
«La motivazione ufficiale è cambiata rispetto alla protesta di due mesi fa, ma la ragione vera è sempre la stessa: quello della Cgil è uno sciopero tutto politico che divide i lavoratori e rischia di condannare il sindacato italiano all’emarginazione – afferma il segretario provinciale della Cisl Francesco Falcone – Quello sulla riforma degli assetti contrattuali non è un accordo separato, semplicemente perché la sola Cgil non ha voluto firmarlo per ragioni sue interne. Noi della Cisl abbiamo deciso di non subire veti e dare risposte alle esigenze dei lavoratori. L’accordo, infatti, – continua Falcone – difende e migliora le retribuzioni. Abbiamo calcolato che, “in soldoni”, i benefici variano da 762 a 1.084 euro a seconda del reddito lordo del lavoratore. La riforma rafforza il ruolo della contrattazione di secondo livello (aziendale o territoriale) e consente di svilupparla maggiormente nelle aziende e territori nei quali è poco diffusa. In questo modo – osserva il segretario Cisl – è possibile ampliare i margini di manovra salariale, grazie anche al nuovo regime di decontribuzione e detassazione dei premi di risultato. Con la contrattazione riformiamo la società e scioperiamo quando serve a sostegno delle nostre ragioni. Crediamo più nel dialogo che nel conflitto a prescindere».
Falcone si dichiara poi molto fiducioso sul consenso degli iscritti cislini e dei lavoratori in generale, come è sempre avvenuto sulle grandi riforme del lavoro e come sta accadendo per i contratti del commercio, del pubblico impiego e della scuola, i cui dipendenti stanno ricevendo gli aumenti (compresi gli arretrati di gennaio) già nella busta paga di febbraio. «Tuttavia ricordo alla Cgil che sulla consultazione dei nostri iscritti decidiamo noi tempi e modalità e che non accettiamo lezioni di democrazia. Inoltre non si è mai visto che un’organizzazione sindacale indica un referendum su un accordo che non ha voluto sottoscrivere. La Cgil firmi, le regole per consultare tutti esistono già – conclude il segretario della Cisl – come abbiamo visto nel 2007 dopo l’accordo con il governo Prodi».