Il pubblico ministero Vincenzo Barba ha chiesto oggi al gip la convalida del provvedimento adottato ieri nei confronti del romeno A.I.L., provvedimento nel quale si ipotizzano per il romeno le accuse di calunnia aggravata, autocalunnia e favoreggiamento personale.
Si tratta di accuse che in sostanza hanno sostituito quella di concorso in stupro aggravato annullata ieri dal Tribunale del riesame sia per A.I.L. che per l’altro romeno K.R.
Ieri subito dopo aver appreso che il Tribunale del riesame aveva annullato l’ordine di custodia cautelare, la Procura temendo che il romeno potesse fuggire una volta libero (K.R. sarebbe rimasto in carcere perché coinvolto in un altro procedimento per stupro) ha emesso un altro provvedimento ipotizzando appunto i reati di calunnia aggravata, autocalunnia e favoreggiamento personale.
In particolare giustificando il provvedimento il magistrato accusa A.I.L. d’avere ”nel corso dell’interrogatorio reso al pubblico ministero, nei locali della Squadra Mobile di Roma, in data 18 febbraio 2009, nell’ambito del procedimento contro ignoti, incolpato falsamente se stesso di aver sottoposto, nel pomeriggio del 14 febbraio 2009, trovandosi all’interno del parco della Caffarella, a violenza sessuale di gruppo (reato per il quale è prevista pena edittale massima superiore ai 10 anni) M. V. e di avere rapinato la medesima assieme a N. V., chiamando in correità K.R. quale coautore dei medesimi reati, pur nella consapevolezza dell’innocenza propria e del presunto complice, cosi’ aiutando i colpevoli allo stato ignoti, ad eludere le investigazioni dell’Autorita’ e/o comunque a sottrarsi alle ricerche”.
Col capo d’imputazione si contesta inoltre a A.I.L. ”in occasione dell’udienza di convalida del fermo innanzi al gip, incolpato falsamente nel corso del relativo interrogatorio, gli appartenenti al gruppo della polizia romena presenti nella Questura di Roma, di aver proceduto nei suoi confronti con violenza e minaccia al punto di indurlo ad ammettere falsamente di essere, assieme al suo presunto complice (K.R.), l’autore dei gravi fatti di reato sopra indicati commessi in danno dei due ragazzi”.
Intanto in un’intervista a ‘la Repubblica il questore di Roma Giuseppe Carusò, prendendo atto ”del fatto che i due romeni che abbiamo arrestato non sono i responsabili materiali dello stupro” si dice convinto ”che abbiano fatto da ‘pali’ o abbiano assistito alla aggressione o alla violenza sulla ragazza. Noi andiamo avanti con le accuse di favoreggiamento e di complicità”.
Fonte: Adnkronos