Home Attualita' Difendersi dal bullismo, on line i consigli della polizia per genitori e...

Difendersi dal bullismo, on line i consigli della polizia per genitori e ragazzi

# ora in onda #
...............




Come difendersi dai bulli, evitare prevaricazioni, arginare un fenomeno sempre più preoccupante: è la Polizia, sul suo sito ufficiale (Polizia di Stato), a diffondere on line una serie di suggerimenti rivolti ai genitori, agli insegnanti e agli stessi ragazzi.

Sul tema sono state organizzate diverse iniziative sul territorio, nella consapevolezza che si tratta di un argomento da non sottovalutare: la Questura di Nuoro, ad esempio, ha promosso un Osservatorio sul bullismo che da qualche giorno ha attivato anche uno specifico sito internet che offre tra l’altro una panoramica sulle attività svolte dall’Osservatorio per contrastare il fenomeno nelle scuole e negli altri contesti di socializzazione di bambini e adolescenti.

‘Nonostante i quotidiani fatti di cronaca il bullismo rimane ancora un fenomeno sconosciuto a molte famiglie. Ciò che la maggior parte dei genitori ignora non è tanto l’esistenza del problema sociale in sé, quanto il fatto che il disagio potrebbe riguardare da vicino il proprio figlio o la propria figlia. Le vittime dei soprusi, infatti -rileva la Polizia sul suo sito ufficiale- parlano raramente con gli adulti delle violenze che subiscono. Si chiudono in se stessi, esitano a raccontare le proprie giornate, sorvolano su quei fatti che per loro rappresentano una perenne condizione di sofferenza. La ragione più evidente è che hanno paura di subire maggiori violenze per aver ‘parlato”’.

‘Ma a ciò -viene rilevato- si associa quasi sempre un motivo ben più sottile e per questo più difficile da superare: i bambini vittime del bullismo si vergognano della propria debolezza, di non saper reagire, di essere il bersaglio preferito di quei ragazzi che tutti considerano dei leader e, non ultimo, di essere ‘quel che sono’: bambini cicciottelli o occhialuti finiscono il più delle volte ad attribuire alla propria condizione fisica la responsabilità di ciò che avviene e a rivolgere per questo verso se stessi la propria rabbia”.
L’intervento della famiglia è considerato ”determinante. Mamme e papà -si legge sul sito della Polizia- devono imparare a comprendere il proprio figlio più di quanto egli sappia fare da solo. Per riconoscere i segnali di un eventuale disagio, per evitare che rimanga vittima del fenomeno. Ma anche per impedire che a trasformarsi in ‘bullo’ possa essere un giorno proprio il loro bambino”. Perché non rimangano vittime di questo fenomeno bisogna quindi ”aumentare la loro autostima; incoraggiarli a sviluppare le loro caratteristiche positive e le loro abilità; stimolarli a stabilire relazioni con i coetanei e a non isolarsi. Nella serie di consigli rivolti ai genitori, la Polizia considera opportuno ”insegnare ai ragazzi a saper esprimere la propria rabbia in modo costruttivo e con maturità, comunicare in modo sincero, essere capace di identificarsi con gli altri e capire le conseguenze dei propri comportamenti, prendere esempio da ciò che si vede a casa”. I genitori devono inoltre imparare a ”cogliere i segnali che i figli possono mandare o nascondere”.

Questi ”alcuni segnali di chi è vittima di bullismo: trovare scuse per non andare a scuola o voler essere accompagnati; fare frequenti richieste di denaro; essere molto tesi, piagnucolosi e tristi dopo la scuola; presentare lividi, tagli, graffi o strappi negli indumenti; dormire male o bagnare il letto; raccontare di non avere nessun amico; rifiutarsi di raccontare ciò che avviene a scuola”. Alcuni suggerimenti sono rivolti anche agli insegnanti: ”puo’ essere utile -sottolinea il sito- far compilare agli alunni un questionario e organizzare una giornata di dibattito e incontri fra genitori, fra insegnanti e fra genitori e insegnanti. Ciò è importante per capire le dimensioni del fenomeno Una migliore attività di controllo durante la ricreazione e la mensa metterebbe al sicuro le potenziali vittime. Sono questi i momenti in cui la maggior parte dei bulli agisce indisturbata. In genere -si fa notare- sono gli studenti più grandi a fare i bulli con quelli più piccoli. Si può valutare di dividere gli spazi e i tempi della ricreazione per gli uni e per gli altri”. Elogi, ricompense e sanzioni ”possono servire a modificare il comportamento degli studenti più aggressivi, ma non sono l’unico strumento per far cambiare atteggiamento al bullo. Spesso si ha timore o vergogna di raccontare personalmente ciò che sta succedendo. Potrebbe essere di aiuto, per genitori e vittime, avere un numero di telefono al quale rivolgersi. Si possono istituire ‘cassette delle prepotenze’ dove lasciare dei biglietti con su scritto quello che succede; individuare degli studenti leader che aiutino le vittime; aprire uno sportello psico-pedagogico che sia di riferimento per bambini e adulti”.”In classe, tutti insieme, si possono individuare poche e semplici regole di comportamento contro il bullismo. Le regole devono essere esposte in modo ben visibile e tutti devono impegnarsi a rispettarle. Il silenzio e la segretezza -rileva la Polizia- sono potenti alleati dei bulli. E’ importante abituare i ragazzi a raccontare ciò che accade e a non nascondere la verità. Se l’insegnante individua un bullo o una vittima, per aiutarlo è necessario parlare subito con lui di ciò che gli accade”. Non mancano poi dei suggerimenti rivolti direttamente ai ragazzi vittime del bullismo: ”difficile per il bullo prendersela con te se racconterai ad un amico ciò che ti sta succedendo. Quando il bullo vuole provocarti, fai finta di niente e allontanati. Se vuole costringerti a fare ciò che non vuoi, rispondi ‘no’ con voce decisa. Se gli altri pensano che hai paura del bullo e stai scappando da lui, non preoccuparti. Ricorda che il bullo non puo’ prendersela con te se non vuoi ascoltarlo”.

Il bullo ”si diverte quando reagisci, se ti arrabbi o piangi. Se ti provoca, cerca di mantenere la calma, non farti vedere spaventato o triste. Senza la tua reazione il bullo si annoiera’ e ti lascera’ stare”.
”Quando il bullo ti provoca o ti fa del male, non reagire facendo a botte con lui. Se fai a pugni, potresti peggiorare la situazione, farti male o prenderti la colpa di aver cominciato per primo. Se il bullo vuole le tue cose, non vale la pena bisticciare. Al momento lasciagli pure prendere ciò che vuole però poi raccontalo subito ad un adulto. Fai capire al bullo che non hai paura di lui e che sei più intelligente e spiritoso. Così -è il consiglio diffuso on line- lo metterai in imbarazzo e ti lascerà stare. Molte volte il bullo ti provoca quando sei da solo. Se stai vicino agli adulti e ai compagni che possono aiutarti, sarà difficile per lui avvicinarsi”.
Per non incontrare il bullo ”puoi cambiare la strada che fai per andare a scuola; durante la ricreazione stai vicino agli altri compagni o agli adulti; utilizza i bagni quando ci sono altre persone. Ogni volta che il bullo ti fa del male scrivilo sul tuo diario. Il diario ti aiuterà a ricordare meglio come sono andate le cose. Subire il bullismo fa stare male. Parlane con un adulto di cui ti fidi, con i tuoi genitori, con gli insegnanti, con il tuo medico. Non puoi sempre affrontare le cose da solo! Se sai che qualcuno subisce prepotenze, dillo subito ad un adulto. Questo non è fare la spia ma aiutare gli altri. Potresti essere tu al suo posto e saresti felice se qualcuno ti aiutasse! Se incontri il poliziotto di quartiere, puoi chiedere aiuto anche a lui”.

Fonte: Adnkronos