Home Cronaca Sandri, testimoni: ci fu rissa con botte e coltelli

Sandri, testimoni: ci fu rissa con botte e coltelli

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Secondo giorno di udienza al Tribunale di Arezzo per il processo a carico di Luigi Spaccarotella, l’agente della Polstrada accusato di omicidio volontario per la morte di Gabriele Sandri, il tifoso laziale ucciso da un proiettile l’11 novembre del 2007 nell’area di servizio dell’A1 di Badia al Pino (Arezzo).

A salire sul banco dei testimoni di fronte alla Corte d’Assise, i quattro dipendenti dell’autogrill di Badia al Pino, che quella domenica mattina hanno assistito alla rissa e alla successiva sparatoria in cui ha perso la vita Sandri.
Ricostruendo ciò che è accaduto, hanno detto che quella mattina dell’11 novembre 2007, prima che il tifoso laziale Gabriele Sandri venisse ucciso, all’area di servizio dell’A1 di Badia al Pino ci fu una rissa, con una decina di persone che si scagliò con bastoni e ombrelli contro un’auto, e al termine dello scontro a terra c’erano due coltelli e una cintura.I quattro testimoni (il titolare e il dipendente di una pompa di benzina e due donne addette alle pulizie) hanno ricordato di aver udito poi il rumore di una sirena dall’altra parte della carreggiata, un colpo sparato in aria, e un poliziotto che correndo urlava di prendere i numeri di targa.
Tre le macchine coinvolte: una Clio, una Scenic (quella dove viaggiavano Sandri e i suoi amici, ndr) e una Mercedes: contro quest’ultima si sarebbero scagliati i passeggeri delle altre due auto. Poi, la fuga.
Parlando con i giornalisti il padre di Gabriele, Giorgio Sandri, ha precisato che più di una rissa, si è trattatto “una baruffa ed è durata meno di venti secondi. Subito dopo quella baruffa, i giovani sono andati via”. E ha aggiunto: “Gabriele era stanco, non gli interessava stare lì a dire quattro parolacce e dare due spinte perché di questo si tratta e null’altro”.
Mentre il fratello della vittima, Cristiano Sandri, ha osservato come il fatto che Gabriele fosse fuori dalla macchina ”non vuol dire che abbia poi partecipato a qualcosa. Tutto è durato pochissimi secondi”. Cristiano ha anche commentato la lettura dei quotidiani e si è detto “impressionato” dalle dichiarazioni rilasciate ieri dai legali del poliziotto. “Il dolore dell’agente per l’accaduto non può essere uguale al nostro. A mio avviso questo è inammissibile”. In aula, ad ascoltare le testimonianze dei dipendenti dell’autogrill, anche la signora Daniela, mamma di Gabriele: ”Non c’era motivo di sparare, gli è preso un attimo di follia, forse per non far muovere la macchina, non lo so, non so cosa gli è passato per la testa – ha detto riferendosi a Spaccarotella -. Io so solo che non ho più il mio cucciolo Gabriele”.

Non era invece presente all’udienza di oggi l’agente Spaccarotella che ha giustificato così la sua assenza: “Non mi sentivo di venire perché non volevo nuove polemiche sul mio comportamento in aula. Le polemiche mi hanno fatto male. Spero di veder derubricato il reato in colposo”. Poi ha detto che “non è facile avvicinarsi alla famiglia, non so come comportarmi e poi il padre è stato chiaro, non mi vuol vedere”.

La terza udienza del processo si svolgerà mercoledì prossimo, 25 marzo. Due giorni dopo verranno ascoltati i poliziotti che svolsero le prime indagini.

Fonte Adnkronos