Luigi Spaccarotella non e’ un poliziotto ”Rambo”, ma un uomo ”portato alla mediazione”, ”pacato”. Questa la descrizione fatta oggi in aula dai sei colleghi di Luigi Spaccarotella, sentiti come testimoni nell’ambito del processo in corso ad Arezzo che vede l’agente della Polstrada imputato di omicidio volontario per la morte di Gabriele Sandri, il giovane tifoso laziale ucciso da un proiettile l’11 novembre 2007 nell’area di servizio dell’A1 di Badia al Pino (Ar).
”E’ il compagno che vorresti avere”, ha detto uno dei sei colleghi, mentre per un altro, Roberto Caroni della Polstrada di Battifolle, Spaccarotella ”si e’ sempre comportato come una persona responsabilmente sensata, e’ scontato che lo dica io che sono il collega, ma e’ cosi’, ve lo garantisco”.Tutti hanno risposto ”no” ai difensori dell’agente che chiedevano se Spaccarotella fosse una specie di ”Rambo” dal grilletto facile.
Il comandante della Polstrada di Battifolle, Pasquale Mastrota, ha aggiunto: ”Portava pistole e divise in maniera corretta”; quanto al primo colpo esploso, per esplodere il secondo ”basta un soffio perche’ il cane rimane alzato e il proiettile e’ gia’ in canna”.A margine della quinta giornata d’udienza, Giorgio Sandri, padre di Gabriele, ha ribadito che “la lettera del Papa ci e’ arrivata a dicembre, ci ha scritto dicendo che pregava per Gabriele, l’abbiamo anche mostrata alla stampa. La lettera del Papa arriva e quella di Spaccarotella no?”, afferma rispondendo a chi gli chiedeva un commento sulle dichiarazioni rilasciate in aula dal sacerdote amico dell’agente, che ha rivelato come per fare arrivare la lettera di Spaccarotella ai famigliari di ‘Gabbo’ siano stati usati canali ecclesiastici, ma senza riscontro. Il padre di Gabriele ha confermato cosi’ quanto gia’ detto in passato, e cioe’ che a loro non e’ arrivata alcuna lettera da parte del poliziotto.
Fonte Adnkronos
