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Bologna: il Garante delle Persone private della libertà personale Desi Bruno

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“Una delegazione del Coordinamento dei Garanti delle persone private della libertà personale istituiti a livello comunale e provinciale ha incontrato venerdì scorso 27 marzo il Vicecapo del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria Santi Consolo”.

“I Garanti hanno espresso soddisfazione per la recente modifica dell’art. 67 O.P., che prevede per gli stessi l’accesso agli istituti penitenziari
senza previa autorizzazione, come il Coordinamento dei Garanti aveva già richiesto nella passata legislatura al fine di consentire alle figure di garanzia di svolgere il proprio ruolo in autonomia e pari dignità rispetto all’amministrazione penitenziaria.
Nell’incontro i Garanti hanno sottolineato il loro costante impegno nella difesa delle persone detenute, ma hanno espresso grave preoccupazione per il tasso crescente di carcerizzazione e per l’assenza di un progetto di
riforme legislative capaci di incidere sulle cause della attuale sovraffollamento, a cominciare dalla ormai dimenticata riforma del codice penale, sino alla modifica delle leggi sull’immigrazione, sulla recidiva e sulla droga, ridimensionando la centralità della risposta penale a qualunque trasgressione, anche non lesiva di interessi primari, e della pena detentiva come unica risposta sanzionatoria adeguata.
I Garanti hanno espresso contrarietà al piano governativo che prevede la costruzione di nuove carceri, se non nei casi in cui ogni intervento di ristrutturazione risulti vano, ritenendo che questa non sia la risposta
adeguata al problema del sovraffollamento, anche in ragione di una crescente carenza di personale (educatori, psicologi, agenti di polizia
penitenziaria), che rischia di ulteriormente acuirsi in presenza di nuovi istituti sino a vanificare il mandato costituzionale sia per quanto riguarda la finalità della pena sia per l’inammissibilità di trattamenti detentivi inumani e degradanti.
I Garanti chiedono invece che venga data piena attuazione al regolamento penitenziario del 2000, ampiamente disatteso, soprattutto per quanto riguarda le condizioni igienico-sanitarie dei luoghi di detenzione, che venga privilegiata la custodia attenuata, con riferimento alla popolazione femminile e gran parte di quella maschile, composta da tossicodipendenti,
persone in stato di disagio sociale e di salute fisica e mentale ,stranieri senza radicamento sul territorio, e comunque autrice di reati che
richiedono una risposta adeguata e risocializzante, che vengano superati
gli ospedali psichiatrici e la case di cura e custodia, che venga effettuato il massimo sforzo per dare effettività al passaggio della
medicina penitenziaria al Servizio Sanitario Nazionale, che venga incrementato in modo significativo il lavoro all’interno del carcere.
I Garanti hanno espresso preoccupazioni in merito alla destinazione dei fondi della Cassa delle Ammende a progetti di edilizia penitenziaria, e hanno chiesto che venga rispettata la destinazione ancora presente relativa
a progetti per creare opportunità di inserimento lavorativo e miglioramento complessivo delle condizioni di vita dei detenuti, ricevendo assicurazione di particolare attenzione al tema del lavoro intramurario da parte del DAP.
L’incontro è stato positivo per la disponibilità ad una comune riflessione e per la volontà dimostrata dal Vicecapo del Dipartimento di accogliere anche le indicazioni di criticità provenienti dai territori che vedono già
operanti i Garanti”.

(Nota del Garante delle Persone private della libertà personale Desi Bruno, a nome del Coordinamento nazionale)