E’ stata sottoscritta oggi l’intesa tra Comune di Bologna e Agenzia del Demanio per la riqualificazione di 19 aree militari dismesse.
Con l’intesa siglata 19 aree militari dismesse presenti nel Comune di Bologna si apprestano a divenire patrimonio ad uso della città.
L’intesa sottoscritta oggi tra Maurizio Prato, Direttore dell’Agenzia del Demanio e Sergio Cofferati, Sindaco del Comune di Bologna definisce le modalità per il completamento del PUV – Programma Unitario di Valorizzazione avviato nel maggio 2007 con la sottoscrizione di un protocollo d’intesa che ha coinvolto anche il Ministero dell’Economia. Il
Programma prevede la riqualificazione e la valorizzazione di 19 immobili presenti in città, di proprietà dello Stato, dismessi dal Ministero della Difesa a partire dal 2007.
Gli immobili oggetto dell’accordo siglato impegnano complessivamente 83 ettari riguardano il recupero e l’edificazione di circa 318.000 mq di superficie lorda edificabile, costituendo l’operazione di questo tipo di
maggior rilievo nazionale; gli immobili compresi nel programma sono: le ex Caserme Chiarini, Mazzoni, Sani, Masini, e parte delle d’Azeglio, S. Mamolo, Minghetti e Mameli, la Ex Direzione Lavori, le aree di Prati di Caprara, l’area Staveco, il Compendio di Monte Paderno, la Ex Batteria DAT Alemanni e la Postazione CBP S. Pancrazio, la Ex infermeria quadrupedi S.
Vittore e la Ex polveriera val d’Aposa, la Ex polveriera di Monte Albano e le scuole comunali Tambroni, inserite nel PUV al fine di consentirne lo spostamento all’interno della ex caserma Mazzoni.
Il PUV rappresenta una modalità innovativa (a livello nazionale e oltre) di pianificazione, programmazione e attuazione di una serie di attività coordinate per un insieme organico di beni, al fine di costruire una ipotesi di sviluppo e trasformazione territoriale condivisa e concretamente attuabile anche sotto i profili della fattibilità economico-finanziaria e
giuridico-amministrativa.
Il PUV, oltre a realizzare la razionalizzazione dell’uso degli immobili demaniali da parte dello Stato in città, prevede l’immissione sul mercato
della maggior parte degli immobili interessati al programma, stabilendo quali siano le cessioni di aree e dotazioni destinate al Comune. Da questo punto di vista deve essere rilevato l’importante contributo che il Puv fornisce alla realizzazione del disegno di “città pubblica”, in termini di nuove e maggiori dotazioni territoriali (cessioni di aree per pubblica
utilità, verde pubblico, attrezzature pubbliche, reti infrastrutturali, housing sociale, etc.) e, contemporaneamente, come efficace strumento per la valorizzazione del patrimonio immobiliare dello Stato, con rilevanti risultati economico-finanziari.
Il PUV apre quindi per Bologna una straordinaria opportunità di trasformazione urbana: aree ed immobili, finora preclusi, potranno diventare i nuovi luoghi della vita in città. Parchi, centri culturali e ricreativi, spazi per lo sport e per la socialità, servizi commerciali e direzionali, nuove residenze pubbliche e private: queste sono le principali
destinazioni d’uso previste per i beni oggetto dell’accordo sottoscritto oggi.
Le indicazioni per la trasformazione di questi immobili sono quelle emerse da uno studio di fattibilità, sviluppato in conformità con le indicazioni contenute nel Piano Strutturale Comunale (PSC), nuovo strumento di
pianificazione urbanistica entrato in vigore a settembre 2008. Il PUV si inserisce all’interno del percorso tracciato dal PSC: recepisce
indicazioni ed esigenze (soprattutto in relazione all’aumento degli spazi verdi e agli spazi per la socialità) emerse durante il percorso partecipato
che ha portato alla definizione del PSC e le traduce in linee guida per la valorizzazione. Il PUV diviene così un progetto per la città che interpreta
i bisogni di chi la abita e la vive e che punta a sviluppare funzioni utili a migliorarne la qualità della vita.
L’attuazione del complesso degli interventi definiti nel PUV, una delle più rilevanti operazione di trasformazione e riqualificazione urbana, comporterà significative ricadute positive sulla città: la creazione di nuovi posti di lavoro temporanei e a regime (si può stimare, in linea di
massima, un indotto sull’occupazione di circa 12.000 unità di lavoro, ossia di circa 2.500 occupati/anno, considerando una durata dei cantieri di 5 anni); da un punto di vista economico complessivo, l’operazione di
valorizzazione dei beni ha un valore complessivo di circa € 1.500.000.000. A tali risultati sono da aggiungere le positive ricadute indirette, a
regime, sul sistema economico della città, sui servizi pubblici e privati circa l’ampliamento dei servizi di mobilità, di ristorazione,
commercializzazione di immobili e altre attività connesse, etc…
Con l’intesa odierna il Comune si impegna a recepire con apposito POC – Piano Operativo Comunale – le indicazioni tecniche ed economiche emerse dallo studio di fattibilità e a garantire la compatibilità del PUV con il
Regolamento Urbanistico Edilizio comunale, in corso di approvazione.
L’agenzia del Demanio, con le nuove destinazioni relative ai beni oggetto
del PUV, si impegna a dare il via alle operazioni di razionalizzazione, ottimizzazione e alienazione dei beni, conformemente alle decisioni assunte in sede di Studio di Fattibilità.
Grazie a questo strumento e alla sintonia tra lo Stato e l’Amministrazione comunale, sancita fin dal Protocollo firmato nel maggio del 2007, il programma potrà concretizzarsi in tempi ravvicinati e certi, scanditi dagli strumenti di programmazione urbanistica: alcuni interventi diretti potranno essere avviati subito dopo l’approvazione del Regolamento urbanistico
edilizio, mentre gli interventi di maggiore complessità saranno regolamentati dal Piano operativo e da successivi Piani attuativi; già nel
2010 prenderanno quindi avvio i primi lavori.
Il Puv nel suo insieme comporta la possibilità di realizzare alcuni dei grandi obiettivi strategici stabiliti dalla nuova pianificazione
urbanistica comunale: la realizzazione della cittadella pubblica della Staveco che comporterà una nuova relazione tra città e collina, la
realizzazione del grande parco urbano dei Prati di Caprara (27 ettari), nuova connessione ecologica tra Reno e centro città, nuove abitazioni sociali, importanti interventi di restauro e recupero di immobili di interesse storico e architettonico, la realizzazione di nuove rilevanti dotazioni pubbliche (scuole, centri sociali…) nelle parti di città consolidata per la realizzazione di una diffusa qualità abitativa.