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Il futuro dell’Europa? La creatività

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L’Emilia-Romagna partecipa al progetto comunitario per la mappatura e lo sviluppo della “creative industry”.

Centosessanta milioni di euro annui di giro d’affari, oltre 372 aziende che danno lavoro a più di 1.600 addetti e creano un valore aggiunto pari a 60 milioni di euro. Queste le cifre della filiera bolognese della musica. Poi c’è l’arte, lo spettacolo, il cinema, l’editoria, la pubblicità. E ancora software, videogiochi, design, nuovi media. Tutti settori che hanno in comune l’alto tasso di “creatività”, oltre a essere il tipico business tutelato dalle leggi sul copyright.
Fare una mappatura completa della “creative industry” emiliano-romagnola, misurarne con precisione il peso economico, mettere in condizione le imprese di confrontarsi con i propri concorrenti-partner mediante un’attività strutturata di benchmarking. Queste le attività previste dal progetto “Creative Growth”, finanziato dal programma europeo Interreg IVC e che, per l’Emilia-Romagna, sarà coordinato da Aster – Scienza Tecnologia Impresa.
Tra le finalità del progetto c’è anche la realizzazione di attività di interscambio a livello interregionale e internazionale in diversi ambiti. Dallo start-up di nuove imprese ai possibili legami tra ricerca, formazione e industria della creatività. Quindi, attività di supporto alla crescita delle imprese “ad alto tasso di creatività”, iniziative per facilitare loro l’accesso al mercato, studi sulla possibilità di instaurare legami virtuosi con altri settori. Nell’ambito di Creative Growth verranno realizzati anche progetti pilota per sostenere la creazione di nuove imprese nel settore “creative”.
Diverse le Regioni europee coinvolte nel progetto e che, insieme all’Emilia-Romagna, parteciperanno alle attività di interscambio.
Anzitutto le due Regioni scandinave dell’Östsam e del South Sweden, quindi la Danimarca del Sud e il Comune di Vejle, sempre nello Stato danese. Partecipano al progetto Creative Growth anche il Business Innovation Centre della Regione delle Asturie (Spagna) e l’Università Napier di Edimburgo, in Scozia.
Che l’industria della creatività sia fondamentale per lo sviluppo dell’Unione Europea è stato riconosciuto dalle stesse istituzioni comunitarie: è il Consiglio Europeo, infatti, a vedere nel settore un “grande fattore di crescita”, come recita la decisione espressa l’8 maggio 2007. Non solo: sostenere il business della creatività porterebbe vantaggi, spiega l’organo comunitario, anche in termini di spinta all’innovazione e di crescita della coesione tra i Paesi membri, nella grande Europa a 25.
Non a caso, il progetto Creative Growth affianca a questo primo elenco di partner – che fanno riferimento a territori nei quali sono già state realizzate attività di mappatura e sono state messe in campo iniziative per lo sviluppo dell’industria della creatività – un altro insieme di soggetti provenienti dai nuovi Paesi membri dell’Unione Europea, specie quelli dell’ex “blocco orientale”: in particolare, parteciperanno a Creative Growth la North Great Plain RDA in Ungheria, la Provincia di Kaunas in Lituania, l’associazione dei Comuni della Central Stara Planina in Bulgaria, fino alla Provincia di Timis, in Romania.
Sempre l’Unione Europea ha identificato il 2009 come “l’anno europeo della creatività e dell’innovazione”. Nei prossimi mesi verranno organizzate in tutta Europa centinaia di conferenze, progetti e mostre per sottolineare “l’esigenza di trovare soluzioni creative ai problemi di oggi”.
Rilanciare l’economia, combattere i cambiamenti climatici: tutti temi al primo posto nell’agenda dell’Unione, per affrontare i quali la creatività – e la sua particolare declinazione in chiave innovativa – rappresenta, secondo Bruxelles, “un elemento essenziale”.
Le attività del progetto Creative Growth continueranno fino al 2011. Dopo il primo incontro di gennaio, che si è tenuto a Bruxelles, i prossimi mesi saranno dedicati alla mappatura del settore, un’attività che coinvolgerà uno staff dedicato di Aster. Già a settembre cominceranno le prime attività di interscambio, mentre l’anno successivo si prevede di portare a termine i primi progetti pilota di creazione d’impresa.