“E’ un lavoro molto difficile ma abbiamo cominciato a muoverci già dalla mattina successiva ai crolli e da allora non ci siamo fermati un attimo. Insieme con me e con il collega Fabio Picuti, sono al lavoro altri tre magistrati dell’Aquila che erano andati via da qui perché hanno perso le case e gli affetti. Inoltre ho chiesto che ci vengano dati dei pubblici ministeri applicati da altre procure. Penso che nel giro di quattro mesi potremmo arrivare a dei primi risultati”.
Lo ha detto in un’intervista a ‘Epolis’ il procuratore capo della Repubblica dell’Aquila, Alfredo Rossini.
“All’Aquila arriverà un fiume immenso di denaro per la ricostruzione – ha proseguito Rossini – e storicamente le mafie sono attratte dai soldi. Con Grasso non solo ci siamo sentiti ma abbiamo messo a punto anche un programma di controllo contro le infiltrazioni. Significa che tutte le imprese che vorranno partecipare alla ricostruzione, dalla più grande alla più piccola, saranno monitorate e controllate affinché non ci sia nemmeno l’ombra di un loro possibile legame con la criminalità organizzata”.
Rossini, nell’intervista a Epolis, sottolinea che intende dare ”delle risposte certe agli abruzzesi e agli italiani”.
Inoltre, ridimensiona le polemiche sorte in seguito all’affermazione del premier riguardo al lavoro della magistratura come ”perdita di tempo”.
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‘Il giorno dopo il terremoto – sottolinea Rossini – il ministro della Giustizia Alfano mi ha contattato e insieme abbiamo fatto il punto della situazione. Il Tribunale era ed è inagibile, la Procura inaccessibile, tutti gli atti sepolti tra le macerie e c’era il rischio di una paralisi dell’amministrazione della giustizia. Bene, nel giro di 24 ore ci è stata trovata una sede e da subito abbiamo potuto riprendere l’attività nei nostri uffici. Non solo con l’inchiesta sulle responsabilità dei crolli, ma anche su tutto il resto, casi di sciacallaggio compresi. E ciò è stato possibile grazie anche al ministro, che penso abbia lavorato in stretto contatto con Berlusconi. Tempo non se n’è perso e non sarà una perdita di tempo”.
Rossini spiega inoltre a Epolis il senso della sua affermazione ”sarà la madre di tutte le inchieste”.
”Significa una cosa semplice – sottolinea il capo della Procura dell’Aquila – che indagheremo, con dei parametri comuni e alla ricerca di una responsabilità unitaria, su tutti gli stabili in cui ci sono stati i decessi. Ma vuol dire anche che per ognuno di questi edifici trasformati in ”assassini” verranno aperte delle inchieste differenti e parallele”.
Fonte: Adnkronos