Tra la ridda di dati che fotografano l’ampiezza della crisi per l’economia modenese, arriva anche l’indagine realizzata da CNA sui ricavi delle piccole imprese, analisi che fa riferimento alle comunicazioni dati Iva di 5.981 aziende divise per categorie, un numero ampiamente rappresentativo della realtà e della produttiva locale.
Primo elemento che balza subito agli occhi è la difficoltà della provincia modenesi rispetto agli altri sistemi territoriali. Le imprese modenesi, semplificando (forse al di là del consentito), sembrerebbero stare male… il doppio rispetto alla realtà regionale. Infatti, pur vendendo il 4% in più (138mila € di ricavi medi rispetto ai 133mila regionali), le aziende modenesi vedono i ricavi 2008 diminuire del 6,2% rispetto a quelli 2007, contro una flessione regionale che si ferma, invece, al 3,2%. Non è casuale che anche la vicina Reggio Emilia – molto simile alla nostra economia per la forte presenza della meccanica ed un’elevata propensione all’export – da questo punto di vista, non stia tanto meglio (-5,6%).
Detto del dato complessivo, è sicuramente più utile indagare l’andamento dei singoli settori. A cominciare da quello più rappresentativo per l’economia modenese, la meccanica, nelle sue diverse tipologie produttive.
Fortemente orientato all’esportazione e notevolmente legato alle forniture automobilistiche, questo settore a partire da settembre è stato caratterizzato da una fortissima flessione di ordinativi e fatturato. Flessione, peraltro, che prosegue anche nel 2009, se si pensa che una più empirica indagine di CNA Modena realizzata su una quarantina di imprese metal meccaniche ha evidenziato un calo del 60,45% degli ordini e del 59,9% del fatturato nel primo bimestre (in rapporto allo stesso periodo del 2008), ed una previsione sul primo semestre dell’anno in corso di un meno 60,9% del portafoglio ordini e del – 60% per ciò che riguarda il fatturato.
L’abbigliamento in generale continua il suo trend in diminuzione, se si eccettua l’andamento del comparto della produzione di ed articoli in pelle, legato a fasce del mercato medio-alte meno sensibili alla contrazione dei consumi. Modena in ambito regionale pare soffrire un po’ meno, probabilmente per effetto di una riorganizzazione del sistema produttivo locale.
Modena in controtendenza rispetto ai dati regionali in questo settore, condizionato, per quanro riguarda la nostra provincia, dalla presenza del biomedicale, protagonista di buone performance sino za settembre 2008. Ciò giustifica la crescita dei ricavi sia rispetto all’anno precedente, sia per ciò che riguarda il valore medio, più elevato del 18% rispetto al dato emiliano.
Quello dell’alimentare si conferma come un settore in crisi, se si eccettua il comparto delle paste alimentari e quello dei forni, il cui aumento del reddito è, comunque, in linea con l’andamento dell’inflazione. Crisi che, peraltro, si riflette nell’attività dei rappresentanti. Particolarmente grave è la situazione nel settore delle carni e degli insaccati.
In questo caso – stiamo parlando di tipografie e prodotti cartotecnici – Modena è sostanzialmente in linea con il dato regionale, fatta eccezione per un ricavo inferiore del 7% rispetto a quello medio.
Per quanto riguarda le imprese coinvolte nelle costruzioni e impiantistica i dati sui ricavi confermano il rallentamento di questo settore, sia a livello regionale che modenese. Peraltro, nel nostro territorio la flessione appare più grave per l’intera filiera, dalla costruzione vera e propria all’impiantistica. Particolarmente evidente il crollo per ciò che riguarda l’attività di intermediazione, che riflette peraltro le dinamiche dei prezzi degli immobili.
La situazione della produzione d’infissi, in legno o in metallo ha risentito della crisi, invece, in modo diverso e meno grave rispetto al settore delle costruzioni, al quale è comunque legato.
La crisi economica, coinvolgendo la produzione, si riflette anche sui trasporti. L’impatto della crisi – che si manifesta anche in un drastico calo delle merci stoccate a magazzino – è ancora più ampio nella logistica.
Sostanzialmente stabili il settore dei servizi alla persona, uno degli ultimi ad essere toccati dalla crisi dei consumi. Piuttosto contraddittoria è, invece, la situazione per quanto riguarda il settore dei beni alla persona.
Ad un calo rilevante nella riparazione di elettrodomestici ed elettronica e degli autoriparatori – più a Modena che in Regione – fa riscontro una sostanziale tenuta degli altri servizi. Differente, invece, la situazione che riguarda i fotografi, il cui calo a Modena è minore che in regione.
L’andamento risulta maggiormente negativo per il nostro territorio. Particolarmente in difficoltà il settore delle PR e della pubblicità, uno dei primi ad essere tagliato – a torto o a ragione – nei momenti di crisi. Tengono i servizi informatici, a sostegno di una certa propensione all’innovazione delle imprese.
Segnale di forte flessione negativa per quanto riguarda i promotori finanziari, dato assolutamente prevedibile per le ripercussioni della crisi finanziaria sul settore. Tiene l’andamento delle agenzie di viaggio, che si caratterizzano, assieme alle imprese di pulizia, per una dimensione minore rispetto alla media regionale.
Sostanziale la tenuta dei pubblici esercizi, che sembrano risentire meno di altri comparti del calo dei consumi. Positivo, invece, si rivela il 2008 per gli alberghi, probabilmente a causa dell’ottima stagione invernale 2008 per ciò che riguarda il nostro Appennino (non pare, infatti, casuale, il fatto che il dato modenesi sia, per una volta, migliore di quello regionale).
La situazione degli agenti e dei rappresentanti risente, com’è ovvio, del settore di riferimento. Aumentano solo i ricavi dei rappresentanti di prodotti chimici e di carburanti, legati all’andamento dei prezzi del petrolio (in forte aumento per i primi sette mesi dell’anno scorso), mentre sono tutti di segno negativo, soprattutto a Modena, quelli degli altri settori.
“Dall’analisi di questi dati si possono trarre alcune indicazioni – commenta Luigi Mai, presidente della CNA Provinciale di Modena – Innanzitutto, viene confermato che il nostro territorio appare più in difficoltà di altri, stando alle differenze tra i dati regionali e quelli locali. Probabilmente ciò a causa del fatto che, essendo una provincia più di altre vocata all’export, il rallentamento del commercio internazionale “pesa” di più per l’economia modenese. Economia modenese che, peraltro, appare più strutturata (vedi il caso del tessile) di altre, visto che sono numerosi i casi in cui il ricavo medio delle nostre imprese risulta superiore alla dato regionale”.
“Una cosa è certa – continua Mai – i ricavi 2008 sono in generale ed evidente contrazione rispetto a quelli del 2007, e la tendenza per il 2009 sembra ancora più accentuata, come testimonia l’indagine citata a proposito della meccanica sul bimestre e sul semestre dell’anno in corso. I costi fissi invece rimangono – e quindi i redditi diminuiscono – gli insoluti aumentano e tutto ciò si riflette in una carenza di liquidità che mina alla radice le possibilità di sopravvivenza stessa delle imprese”.
Queste considerazioni giustificano la richiesta dell’Associazione modenese di intervenire per alleggerire le aziende nei pagamenti per le imposte previsti per il mese di maggio, “quando – osserva Mai – si pagherà l’anticipo sulla dichiarazione 2009, un anticipo pari al 40% delle imposte 2008. Ed è evidente che, anche se sono passati solo alcuni mesi, per gran parte delle imprese i redditi di quest’anno rischiano di essere ben inferiori a quelli del 2008, in qualche caso – soprattutto nella meccanica – anche del 60%”.
Ciò significa che a maggio le imprese rischieranno di pagare tasse reali su redditi virtuali. Per questo CNA ha chiesto di sospendere le sanzioni – sino al 10% dell’importo – sul mancato pagamento dell’anticipo, almeno per quelle imprese per le quali risulta una situazione particolare di crisi (certificata, ad esempio, dalle denunce Iva o dal ricorso ad ammortizzatori sociali come la Cassa Integrazione e l’Eber.
“E, visto che siamo in procinto di eleggere i nuovi consigli comunali – conclude il presidente provinciale di CNA – ci attendiamo che le nuove giunte prendano in considerazione l’eventualità di supportare queste stesse imprese, ad esempio dilazionando ulteriormente il pagamento dell’Ici sui fabbricati produttivi – industriali, artigianali, e commerciali – nonché altre imposte locali. Siamo consapevoli che si tratta spesso di importi non rilevanti, ma si tratterebbe comunque di un tangibile segno di sostegno all’attività di aziende alle prese da un lato con la crisi economica, dall’altro con una stretta creditizia che non accenna a diminuire”.
“Ci avviciniamo al momento del massimo impatto della crisi, che dovrebbe manifestarsi in tutta la sua gravità nei mesi estivi. Ma, soprattutto, non sappiamo quando e come sarà la ripresa. E’ proprio in questo momento che diventa ancora più urgente ogni sforzo per permettere alle imprese di scollinare il periodo peggiore, così da salvaguardare professionalità e competitività del nostro territorio. Soprattutto in considerazione del fatto che a soffrire maggiormente la crisi sono le imprese che più hanno investito negli anni scorsi”.