L’Assemblea di Sala del Tricolore ha iniziato ieri la trattazione di tre ordini del giorno, presentati con carattere d’urgenza ai sensi dell’articolo 20 del Consiglio comunale, relativi al cosiddetta direttiva Maroni, che disciplina le manifestazioni pubbliche nei centri urbani e nelle aree sensibili.
Nel corso della discussione – che ha registrato gli interventi dei consiglieri Monducci, Rovacchi, Sassi, Riva, Eboli, Prati, Poli, Malato, Giaroni, Colosimo, Vena, Grassi, Fornaciari, Monducci – ha preso la parola il sindaco Graziano Delrio.
“Desidero anzitutto ricordare ai ragazzi dei centri sociali che, nonostante abbia ricevuto la minaccia di togliermi la parola, la direttiva è competenza del Prefetto, e sindaco e presidente della Provincia partecipano al Comitato per la sicurezza in qualità di invitati. Come sindaco, in quella sede per dovere istituzionale devo segnalare quali sono le piazze più frequentate.
Detto questo – ha proseguito Delrio -, desidero sottolineare che il sindaco e la Giunta di Reggio Emilia sono fortemente contrari alla direttiva Maroni e la ritengo una misura sproporzionata e sbagliata, che serve solo a drammatizzare la situazione.
Devo però dire che esistono diverse forme di protesta. La nostra è sempre stata quella di esprimere e motivare politicamente la contrarietà a provvedimenti sbagliati, come nell’occasione del rilievo delle impronte digitali ai bambini o delle cure mediche agli extracomunitari.
Sono dunque contrario a direttiva Maroni. Già il caso del consigliere Filippi aveva fatto capire che la misura è esagerata. Ma sono contrario anche alla sfida alle Forze dell’ordine. Reggio Emilia è infatti abituata a invasioni pacifiche e nessuno ha paura della libertà di espressione.
Le manganellate non le vuole Delrio e non le vogliono nemmeno il Prefetto e il Questore, ma credo sia possibile un’intelligenza interpretativa, che consenta di far sbollire la situazione. Non c’è una minaccia alla libertà di espressione, ma devo dire che questa direttiva crea più problemi di quanti ne risolva, e non serve a nessuno esasperare i toni. L’unica cosa da garantire, credo sia la non interferenza con le funzioni religiose della domenica mattina.
Nella prossima riunione, chiederemo al Prefetto una discussione tranquilla e pacata sulla gestione equilibrata della direttiva. Quanto successo sabato scorso poteva infatti essere evitato, anche attraverso forme più civili di opposizione.
Credo occorra garantire tutte le espressioni – ha concluso Delrio -. Però in questo caso non stiamo parlando di attentato alla democrazia, ma di provvedimento sbagliato, che può essere modificato con la collaborazione istituzionale il buon senso”.
La discussione e il voto sugli ordini del giorno sono stati aggiornati alla seduta di domani.